Fin dal principio, ascoltando la musica di Matteo Polonara, ci si chiede con un certo interesse a quale genere sia possibile associarla. E dopo diversi ascolti delle sue tracce la si può definire fusion. Nella musica di Polonara (che abbiamo avuto ospite nella nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”), c’è davvero molto. È un genere fusion nel vero senso della parola, che fonde e unisce varie sfumature: stili apparentemente lontani prendono forma in una nuova creatura sonora che stupisce e cattura, in una continua oscillazione che tuttavia non si ripete ad intervalli regolari, come una sorta di tempesta di generi ed influenze che vibrano e si manifestano a seconda delle sensazioni dell’artista.

Un concetto che potrebbe sembrare caotico, ma che non lo è affatto. Ci troviamo semplicemente di fronte ad un musicista completo, che vive di emozioni e che possiede una sensibilità tale da riuscire ad esternarle solo attraverso la musica, che può passare dal funky al jazz, dal folk al cantautorato, fino a raggiungere qualcosa di rock o addirittura di psichedelico. Prova di questa incredibile varietà di suoni è il suo ultimo album, intitolato “Nella vasca o nel giardino di fianco?”.

Un bellissimo album che si compone di nove tracce, ciascuna delle quali è una sorta di racconto, l’esternazione di un sentimento o il riassunto di un momento vissuto. Ogni traccia merita di essere ascoltata, perché piacevole, di qualità e inoltre perché diversa dalle altre, in termini di generi, ritmi e melodie.

Ogni brano di “Nella vasca o nel giardino di fianco?” risulta interessante, capace di intrigare un ascoltatore attento. È un disco riuscito e valido, che ci presenta con grande qualità e originalità un musicista che ha davvero tanto da raccontare e del quale siamo sicuri che sentiremo ancora parlare.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Nella vasca o nel giardino di fianco”