Questa settimana vogliamo parlare di una band che sta emergendo e, anzi, forse è già emersa e giunta all’attenzione di molti nostri lettori. Per chi non li conoscesse è l’occasione giusta per prepararsi all’uscita del loro nuovo album, “L’ultimo dei Nobraino”. Loro sono ovviamente i Nobraino, band romagnola, di Riccione per la precisione, attiva dal 2001. Per chi dicesse “ne ho sentito parlare ma non so dove”, vi rinfreschiamo la memoria con questo video (clicca qui per visualizzarlo). Ovviamente la band di Lorenzo Kruger è molto altro, anche se il gesto eclatante, di per sé, è forse un buon punto per iniziare a raccontare questi eclettici musicisti.

Dovendo scegliere un’espressione da appassionato di musica che scrive settimanalmente per un giornale on-line direi che sono “surrealisti pop”. Ma visto che scrivo su ilmegafono.org non la userò, ma la prenderò in prestito dal collega perché questa volta ha colto nel segno il suddetto. Il loro immaginario è molto popolare. Ceti sociali dei più disparati, ma nel sottobosco provinciale, oggetti, idee, concetti che pescano nella vita veramente di ogni giorno senza, questo sia chiaro, scadere nel banale. Il tutto condito a tinte surreali, come le storie degli ubriachi o i “t’immagini” detti tra amici intorno ai “tavoli pieni di vino” per la consueta “religione del tirare tardi, aspettare mattino” come dice il Pavanese.

Prendete Il bigamionista. Storia comica di un camionista che, nella spola tra Marsiglia e Siviglia, trova moglie, suo malgrado, agli estremi del viaggio sinché non arriva la pensione e scappa con la cassiera di un bar a metà strada. Oppure Lo scrittore, canzone d’amore bellissima il cui verso più bello è di una concretezza allucinante ma estremamente lirica: “Ti scrivo ettolitri di endecasillabi”. Come se l’inchiostro potesse essere pensato a centinaia di litri e, allo stesso tempo, lasciando immaginare qualche decina di bicchieri di alcolico ad accompagnare la scrittura. Musicalmente affrontano un folk piacevole, orecchiabile ma curato.

L’inserimento dei fiati, l’attenzione per la melodia, non precludono ai Nobraino la possibilità di trasformarsi in performance acutistiche di livello o di lasciare suonare un pianoforte. Il loro più grande pregio è forse l’essersi ricavati davvero un proprio spazio nel panorama musicale, diventando “personaggi” senza perdere il contatto con il pubblico. Essendo artisti ma senza spocchia. Suonando come indemoniati ma senza perdere lo stile.

Tutto questo per farvi venire un po’ di solletico e andarvi a spulciare i loro album. All’inizio parranno un po’ strani, fuori dal tempo, non catalogabili forse. Tutto questo servirà ad allenarvi per “L’ultimo dei Nobraino” che, ad oggi, promette veramente bene. 

Penna Bianca  –ilmegafono.org