Abbiamo già parlato altre volte, in questa pagina, del rock di stampo italiano, ovvero quell’astrazione del rock, avviatasi un paio di decenni fa, che ha trovato completa espressione nei nostri palcoscenici in questo esatto periodo storico. Un tipo di rock che ha saputo segnare un’epoca, un tipo di musica che ormai è scolpita nelle menti di diverse generazioni. In questo numero vi proponiamo un artista che su questo sound ha improntato la sua carriera: Maurizio Pirovano.

È ormai una carriera lunga quella di Pirovano, classe ’74, in giro per l’Italia a calcare palcoscenici rinomati, attingendo da illustri collaborazioni, alla continua ricerca di qualche dettaglio sonoro che possa arricchire ulteriormente il suo stile. Il suo rock è appunto, come detto, quello che siamo abituati a sentire accendendo la radio, quello che riconosciamo immediatamente, quel rock alternativo che si fonde al pop italiano, che racconta storie con melodie semplici, cariche di reverbero e ritmo coinvolgente, che si alternano ad assoli scoppiettanti che ricordano invece quelli del rock così come fu concepito in origine. Dunque, è una sorta di unione delle tendenze compositive e dei gusti del presente, attingendo e inserendovi qualche nozione dal passato.

La musica di Pirovano è strutturata davvero con grandissima competenza, il livello della qualità sonora è altissimo. Concedendogli il giusto spazio sulle frequenze nazionali sarebbe in grado di poter addirittura scalfire le leadership nel genere trattato. Non ci sentiamo di esagerare con questa affermazione e come prova vi presentiamo il suo ultimo album: “Il tempo perduto”.

Disponibile dallo scorso 15 maggio, “Il tempo perduto” è la quinta produzione discografica del nostro esperto musicista. Il lavoro ha come obiettivo quello di trasmettere l’importanza del tempo che ci viene concesso in questa vita, mettendo in evidenza i modi in cui viene sperperato dalla società odierna e dalle sue nuove consuetudini.

Undici tracce che raccontano di emozioni e sensazioni forti o ordinarie, nuove e vecchie abitudini, buone e cattive, dall’umile ma saggio punto di vista di Pirovano, il quale si avvale della strumentazione classica e sporadicamente di qualcosa di elettronico per il suo impasto rock attuale che, unito alla sapienza compositiva e alla pregevole fattura, risulterà di sicuro interesse per un pubblico molto ampio.

Con Maurizio Pirovano abbiamo parlato anche nella nostra radio, nel corso della puntata di “The Independence Play” di cui è stato ospite (clicca qui per ascoltare il podcast)

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Il tempo perduto”.