È andato in onda venerdì scorso il dibattito tra Renzi e De Mita sul referendum. Classica trasmissione “pulita” di Enrico Mentana. I due “contendenti”, di cui è facile immaginare lo schieramento nelle falangi referendarie, ai lati del conduttore. Da una parte il presidente, dall’altra l’ex presidente. Uno classe 1928, l’altro 1975. Dibattito interessante? Sì, almeno all’inizio. Più precisamente: interessante per chi ha il pallino (e la perversione) per discorsi politici, capziosi, fitti di non detto tra le righe. Eppure un dibattito, dal punto di vista dei contenuti, inusuale per la media a cui siamo abituati. Certo non sono mancati gli insulti, ma nulla in confronto a qualsiasi altro programma in cui ci sia del contraddittorio.
Se non altro, ma può esser perversione anch’essa, pareva di vedere una discussione tra politici. Perché? Perché utilizzavano argomenti tipici, rinfacciandosi reciproche responsabilità all’interno di quel che si usa chiamare Palazzo e all’interno del partito.
Tutto perfetto? No. Perché se Mentana è sicuramente un maestro di giornalismo televisivo, una pecca forse l’ha commessa nella scelta degli ospiti e un’altra nella conduzione. Mettere Renzi contro un ex presidente del Consiglio, infatti, gli ha dato la possibilità di sfoderare la vasta gamma di retorica (nel senso etimologico del termine) che possiede e che è sempre stata un suo cavallo (vincente) di battaglia. Non perché De Mita sia colpevole o più responsabile di altri, semplicemente perché ha concesso a Renzi l’occasione (prontamente sfruttata) di parlare di vecchia politica, di riforme mai fatte, etc. etc.
Altro errore quello di aver lasciato divagare troppo la conversazione con spunti storici, a parere di chi scrive, lontani anni luce dal pubblico. Un dibattito che dovrebbe essere per definizione nell’ora e nel qui, non può e non deve perdersi in voli pindarici.
Ma stiamo facendo un processo a Mentana? No, tutt’altro. Riconosciamo il merito di non aver mai messo due personaggi rabbiosi e pieni di bile l’uno contro l’altro. Solo un paio di suggerimenti e osservazioni per non perdere occasioni costruite con intelligenza. Si poteva forse cogliere l’opportunità di mettere più in difficoltà il fronte del Sì e il fronte del No. Si poteva anche approfondire meglio e cogliere l’occasione di mostrare chiaramente e una volta per tutte dove interviene la riforma senza saltare subito, come sempre si fa, alle conclusioni.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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