Sarà vero, sarà falso, ma un gruppo dopo un best of è andato, finito chiuso. È l’incubo di ogni fan che si rispetti. Sembra di sentire un po’ la storia della nostra politica interna riflessa nella musica, i vecchi sempre lì a propinare la solita minestra riscaldata. Ma gli artisti non sono cani da pagliaio, al limite possono rischiare di essere schiavi delle loro major discografiche. Perché? Perché dopo un tot di tempo decidono di spremere ancora quel poco (se così è) che è rimasto del loro successo e del loro potenziale. Mi ricordo la conversazione che abbiamo pubblicato a settembre con i Modena City Ramblers. Dicevano che ormai la carriera promessa dal sistema mediatico è effimera, rapida. Si nasce, si esplode e si cade in un pozzo senza fondo. Ti spremono fino in fondo, non ti lasciano niente e ti mollano.
Sarà il malvagio mercato discografico, ma siamo sicuri che non ci sia rimedio? I Modena City Ramblers si sono tirati fuori dal mercato evitando il sistema perverso che cercava di accalappiarli. Ma le questioni sono diverse. La prima è: davvero sono finiti al primo best of? Gli U2 pubblicarono una raccolta dei loro primi dieci anni di carriera eppure quel che ne è venuto dopo è stato solo un piacere per il cuore e per le orecchie (non solo “How to dismantle an amotic bomb”, ma anche “Beautiful day” e “Walk on”). Gli stessi Marlene Kuntz nella parole di Godano dichiaravano di avere bisogno di un momento di riflessione per guardarsi indietro. Ma lo si sa: il sospetto che ci sia un giro di denari dietro, superficiale e bieco, c’è.
C’è anche il sospetto che lo stesso artista possa profittare del successo maturato per spillarci ancora gli ultimi spiccioli. Ma ci sono esempi eccelsi di ottimi best of: non sono forse il modo migliore per approcciare un nuovo (per chi ascolta) artista? Le parole di Godano poi erano molto interessanti e in effetti rivelano una certa riflessione. Può essere un modo per rivedere quello che si è fatto, cercare novità o decidere di proseguire sulla strada già battuta. A volte sicuramente quella della raccolta è un’iniziativa velleitaria, ma a volte è sicuramente un modo intelligente per proseguire la propria carriera. Non ne siamo convinti? Non compriamo il cd in questione, ma restiamo abbastanza flessibili da poter accettare e osannare il nuovo album di inediti che sia ottimo e di qualità. Meno pregiudizi e più flessibilità, ce ne guadagneremo.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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