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Federico Cimini: genialità, voce e un progetto da sostenere

Questa settimana segnaliamo un progetto molto interessante e degno di nota. Il primo motivo è che coinvolge una piattaforma, quella di “Musicraiser”, che sta prendendo piede anche in Italia e che rappresenta un’ottima opportunità di democratizzazione della musica. Democratizzazione che origina dall’etimo in quanto è il “popolo” degli ascoltatori a scegliere chi e che cosa promuovere e finanziare. La seconda e più interessante per chi legge è l’artista che vi raccontiamo. Federico Cimini (www.federicocimini.it), classe 1988, barba ruspante e carta di identità calabra, ha una voce che è una calamita. Ma per voi questo potrebbe non bastare. Allora sintonizzatevi sul suo “Canalo Tubo” (http://www.youtube.com/vsvideo00).

Cosa c’è di male urlata, un tono roco che ricorda il Blasco Bugo e il Rino nazionale. Musica accattivante, da saltellarci sopra e urlare, anche noi, a squarciagola. Piacevolissima e simpatica anche Quando sono un po’ ubriaco, uno stornello avvinazzato in chitarra. Chi scrive elegge a preferita Stella cadente, musicalmente non distante dalla precedente ma affascinante nell’ingenuità che descrive: “Ed io che sotto sotto neanche ci credevo vedevo solamente un cielo nero e un punto blu”. Bravo, popolare ma non populista con quei rimandi alla canzone tradizionale che fa innamorare e ricorda sagre, aie, amori rapaci e occhiate in chiesa.

Se non ci credete, le oltre 7 mila visualizzazioni dovrebbero convincervi. Cimini, da buon giovane, ha capito come si deve fare promozione. E allora i video caricati su youtube, l’impegno proprio messo a servizio del web e della comunità che lo abita, è segno tangibile della democratizzazione di cui sopra. Anche il titolo sotto cui vanno i suoi pezzi, “Canzoni clandestine”, è un richiamo preciso, che ci ricorda la descrizione magistrale che fece Fossati nell’arcinota La mia banda suona il rock: “È un rock bambino, soltanto un po’ latino, viaggia senza passaporto e noi dietro col fiato corto”. 

Se volete sostenere (secondo noi lo merita) questo progetto, basta cliccare qui oppure sulla scritta “Musicraiser” sulla barra in alto nel sito di Federico e leggervi, se avete pazienza, le righe che ha scritto per la promozione dell’album “L’importanza di chiamarsi Michele”. Sincero ancora una volta quando scrive: “La storia di Michele nasce dal basso, dalla realtà che fa i conti con la fantasia e dal prodotto mentale che ne esce fuori.

Tante piccole storie di persone vere sbirciate, studiate, rubate e ricreate e messe insieme nelle 14 tracce che completano le avventure, gli amori, gli incontri e gli scontri di Michele, ‘terrone’ come tanti, nella sua società un po’ malata e illusa… Non è un reality, è una forma di meritocrazia!”. Parafrasando, di poco, Fossati: “la musica è speranza, la musica è pazienza”. Voi ci credete?

Penna Bianca –ilmegafono.org

Autore

Penna Bianca

Collaboro con Il Megafono.org dalla sua creazione. Settentrionale d'adozione ma con lo spirito del Bianciardi, gucciniano convinto, ascoltatore di musica ma non praticante, opinionista quasi per caso provo a guardare il mondo con lo spirito critico e l'irriverenza che mi hanno insegnato i miei natali.

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