La lotta all’abusivismo edilizio è da sempre un tema centrale per il sud Italia e in particolare per la Campania, dove sono stati costruiti il 20% degli edifici abusivi presenti sulle coste dell’intero Stivale, secondo un report di Legambiente. Questa vera e propria piaga, diffusa in tutta la regione, è stata una delle principali fonti di reddito di associazioni malavitose che sono arrivate dove lo Stato è mancato per troppi anni. Il 10 gennaio scorso, c’è stato il primo atto del 2018 del piano di abbattimenti previsto in Campania, che riguarderà in modo particolare la provincia di Caserta.

Due immobili abusivi sono stati demoliti: uno a Caserta, l’altro a Casal di Principe, comune noto ai più come quartier generale del clan camorristico dei casalesi, oltre che per essere stato teatro di guerre di camorra e di alcune delle più grandi battaglie della lotta contro la malavita organizzata in Italia. Battaglie che hanno avuto anche i loro martiri, come don Peppe Diana, coraggioso prete anticamorra, ucciso proprio dai casalesi.

Nonostante in Campania stiano arrivando i fondi per iniziare le demolizioni, non sembrano però ancora ben chiare le posizioni delle principali forze politiche sul tema, che ha una rilevanza nazionale. Durante la seconda metà dell’anno appena trascorso, infatti, il governo Gentiloni, ha cercato di far approvare un DDL, conosciuto come Decreto “Falanga”, che era una sorta di condono per l’abusivismo definito “di necessità”. In altre parole, una sorta di bonifica burocratica degli immobili abusivi, a patto che fossero abitati da persone che non avessero avuto a disposizione altre unità abitative.

Lo Stato, dunque, ha cercato di giustificare l’abusivismo edilizio con la necessità, esattamente come ha fatto per anni la mafia, soprattutto nel sud Italia. Come se non bastasse, questo decreto è stato discusso dopo soli due mesi dal terremoto che ha colpito l’isola d’Ischia, distruggendo diverse abitazioni e uccidendo due persone. Questo sisma, più di altri, ha messo a nudo la fragilità delle coste campane, visto che è bastata una magnitudo 4.0 per mettere in ginocchio due dei sei comuni dell’isola e lasciare senza casa quasi 3000 cittadini, attualmente ancora sfollati.

L’esame del Ddl “Falanga” è stato sospeso e, alla fine, la palla passerà al prossimo governo, che avrà l’onere di garantire che la lotta all’abusivismo edilizio prosegua senza se e senza ma. Oggi la Campania ha ereditato una serie di criticità e non ci si può più permettere di buttare la polvere sotto il tappeto, bisogna affrontare e risolvere i problemi, per evitare che questi si ripresentino più forti di prima, come nel caso della terra dei fuochi. Insomma, c’è bisogno di un cambio di mentalità da parte di tutte le istituzioni, sia gli enti locali che lo Stato. Basti pensare che il numero di edifici abusivi presenti sul suolo italiano aumenta esponenzialmente di anno in anno: se nel 2008 si parlava del 9,8% del totale degli immobili costruiti, oggi la stima ha raggiunto il 20%.

Analizzando le singole regioni, questo dato lievita esponenzialmente nel sud Italia, raggiungendo anche il 60%. È spaventoso pensare come l’Italia, negli ultimi 50 anni, abbia speso, spesso male, oltre 150 miliardi per danni causati dai terremoti. C’è da chiedersi a quanto ammonterebbe questa cifra se fossimo in un paese dove l’abusivismo non raggiungesse i numeri raccontati, ma soprattutto quante vite sarebbero state salvate, ancora una volta, dalla lotta alla illegalità.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org