Le parole di Attilio Fontana a “Radio Padania” sono allucinanti. Descrivono una situazione inesistente, come se orde di miserabili arrivassero alle nostre frontiere e mettessero a repentaglio la nostra cultura, le nostre tradizioni, addirittura la nostra razza. Certo, qualcuno dirà che questo è il solito commento da perbenista borghese. E invece no. Le parole hanno un peso, soprattutto in politica. Evocare certi temi e fare certi discorsi è prima di tutto irresponsabile. Ma la leggerezza con cui si pronunciano certe frasi nasconde e nemmeno troppo l’identica leggerezza con la quale si pensano. Peraltro impropriamente, a soli fini elettorali e senza alcun riscontro con la realtà.

Banale? No. Non è mai scontato ricordare che certi discorsi abbozzati, sussurrati e poi palesemente disvelati hanno portato a “simpatici” epiloghi con gente ammazzata. Un discorso come quello di Fontana dimostra semplicemente irresponsabilità anche solo come cittadino. Finito il predicozzo resta la curiosità di capire dove sia davvero questa minaccia. Qualcuno comincerà presto a dare qualche notizia a cui le masse di creduloni abboccherà: ci sarà chi parlerà di divieto di carbonara a Trastevere per colpa dell’uso sconsiderato della carne di suino.

E poi si riempiranno i social e il web di commenti indignati per la nascita di orrendi meticci risultato del volgare amore tra un/una bianco/a e altre razze o, udite udite, per le nostre nazionali di atletica e di calcio (per non citarne altre, pallavolo e basket incluse) che ospitano atleti non bianchi. Chissà cosa direbbe il medesimo paladino della purezza bianca, se scoprisse di avere dei geni berberi mischiati a quelli di etruschi, fenici e greci.

La cosa più bella di questa storia è la reazione. I perbenisti, vero problema del mondo (compreso chi scrive), sollevano gli scudi e gridano allo scandalo. E Fontana? Si sarà sbagliato? Avrà esagerato? Giammai! Il nostro paladino rilancia e propone di modificare la Costituzione per cambiare la parola “razza” ivi contenuta! La frase causa un malore a Renzi che, delirante, si allontana da Firenze. Peccato che non colga la palla al balzo il Cavaliere, magari per aggiungere alle sue promesse quella di eliminare altre brutte parole dalla nostra “desueta” Carta.

Al netto del sarcasmo e di fronte a questo delirio totale e a questa fiera dell’assurdo e dell’inconcepibile, ci viene in aiuto una frase di una canzone degli Offlaga Disco Pax che ci riporta alla realtà: «Definiamo quindi neosensibilismo il nostro modo di essere sensibili» che in tutto si discosta dalle parole di Francesca Mambro (che aveva definito il terrorista Giusva Fioravanti come il ragazzo più sensibile che avesse mai incontrato, ndr), «da cui ci dissociamo anche per l’uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario». Ecco, ci vorrebbe il reato di uso sconsiderato e irresponsabile di vocabolario. Finirebbero colpevoli in troppi.

PennaBianca -ilmegafono.org