Anche quest’anno Salerno è stata letteralmente invasa dai turisti per le feste di Natale. Le ormai tradizionali “luci d’artista” hanno reso l’atmosfera della città campana unica. Purtroppo, però, anche le migliori medaglie possono avere un pessimo rovescio: la città affollata, infatti, è diventata un terreno fertile per l’abusivismo. E se, soprattutto durante le amministrazioni di Vincenzo De Luca, il fenomeno dei parcheggiatori abusivi è stato combattuto aspramente, più che mai è florido invece il giro dei venditori ambulanti di calzini. Lo scenario magnifico della città illuminata finisce spesso per essere rovinato da orde di venditori improvvisati che assediano chiunque passeggi per le vie principali della città.

Il fenomeno è molto più organizzato di quello che sembra, perché questi ragazzi dall’accento campano, di solito uomini tra i 20 e i 40 anni, sono perfettamente distribuiti su tutto il centro della città e sembrano avere degli spazi ben ripartiti. Andando spesso in centro, infatti, si possono riconoscere sempre i soliti volti noti nelle stesse zone. Per dare un’idea della portata di tale attività, durante le scorse festività natalizie abbiamo provato a contare il numero di ambulanti che hanno cercato di venderci calzini percorrendo tutto il corso Vittorio Emanuele, partendo dalla stazione fino all’ingresso della caratteristica via dei Mercanti, una passeggiata di circa 900 metri.

In questo spazio relativamente breve, siamo stati fermati ben sedici volte con un ritmo piuttosto uniforme e senza che nessuno mai si sovrapponesse ad un altro. Questo, oltre a confermarci una probabile divisione a tavolino della zona, ci ha permesso di avere un contatto con molti di loro e qualcuno più disponibile ci ha anche dato qualche informazione. Nonostante tutti abbiano negato di essere collegati a un qualunque tipo di attività organizzata, ognuno di loro ha rifiutato l’elemosina senza l’acquisto dei calzini. Quest’ultimo aspetto costituisce sicuramente un punto interessante. Sembra infatti che a questi venditori importi più liberarsi della merce che di guadagnare soldi.

Alcuni hanno rifiutato di dirci dove e come si procurano la merce, altri invece hanno citato dei punti vendita all’ingrosso a Somma Vesuviana. Altro punto in comune tra tutti loro è l’approccio. Quasi tutti esordiscono con una frase tipo: «Ciao, mi fai un sorriso? Questo è il primo della giornata, posso chiederti un favore?»; e a quel punto le provano tutte pur di effettuare la transazione, cercando di impietosire i passanti con tragiche storie familiari.

Insomma, le omogeneità sono troppe per non farsi delle domande. Ma soprattutto sono troppe per non chiedersi come sia possibile che l’amministrazione salernitana, così forte contro l’abusivismo, non sia intervenuta a limitare questo fenomeno dilagante. Non possiamo affermare con assoluta certezza che questi venditori abusivi siano gestiti e riforniti da associazioni criminali, quello che è certo, però, è che quasi nessuno di questi svolge la professione dell’ambulante in maniera legale.

Per onore di cronaca è infine necessario ricordare che proprio in questi primi giorni del 2018, è stata fatta l’ennesima retata nei confronti dei venditori abusivi situati presso il lungomare di Salerno, ma ancora niente è stato fatto per limitare il fenomeno degli “ambulanti abusivi dei calzini” che ogni anno sono sempre di più. Non è una questione di rigidità o di accanimento contro chi cerca di sbarcare il lunario. Qui il punto è proprio un altro e conduce a un’ultima domanda, assolutamente lecita, che purtroppo ad oggi è rimasta ancora senza risposta: chi o cosa si nasconde dietro questo business?

Vincenzo Verde -ilmegafono.org