Non sono bastate mobilitazione e manifestazioni, iniziative civiche, lotte per la salvaguardia ambientale, petizioni, vicende giudiziarie. La Pillirina, meraviglioso tratto costiero ricadente nell’Area Marina Protetta del Plemmirio, di cui abbiamo parlato a lungo su queste pagine (clicca qui), è ancora sotto l’assalto di chi la vuole rendere privata per poterci lucrare, in barba all’interesse collettivo riconosciuto dalla Costituzione. Prima lo voleva fare attraverso un improponibile resort, ora, fallito quel tentativo, vuole farlo attraverso un progetto di edilizia residenziale. Il tutto è ancora in ballo, malgrado le inconcepibili decisioni della magistratura e la scellerata scelta dell’ente comunale e della Sovrintendenza abbiano segnato un punto a favore di chi sulla Pillirina vuole speculare. L’aggravante delle ultime settimane, però, è che quel tratto di mare, riscoperto e amato dai siracusani, adesso viene negato. Con la scusante del rischio idrogeologico, che però non appare convincente e soprattutto non riguarderebbe un tratto così ampio né giustificherebbe la negazione dell’accesso al mare.

La denuncia di questo ultimo episodio, proviene dall’associazione Natura Sicula Onlus Siracusa, che minaccia di ricorrere alla magistratura, se “la Capitaneria di Porto e il Dipartimento Ambiente di Siracusa non risolvono presto la questione”. “La vicenda Pillirina/Plemmirio – prosegue la nota firmata dal presidente di Natura Sicula, Fabio Morreale – è ricca di lati oscuri contrari alla riserva naturale, al godimento del paesaggio sancito dalla Costituzione e al libero accesso al mare garantito dal Codice della navigazione”. Morreale spiega che la “società Elemata, proprietaria di alcune particelle del Plemmirio, da quasi un mese non fa accedere nessuno dallo sbocco 34 (Punta della Mola) perché, dice, è stata privatizzata anche la particella della spiaggia. Il Dipartimento Ambiente, al quale abbiamo chiesto l’atto di sdemanializzazione, risponde che l’iter amministrativo di delimitazione è ancora in fase di svolgimento. Chi dice la verità ce lo dirà la magistratura. Intanto la società proprietaria non fa passare nessuno, e le forze dell’ordine stanno a guardare”.

Natura Sicula punta il dito contro i responsabili di questa mancanza molto grave, lanciando un’accusa pesante: “Stanno a guardare la Capitaneria di Porto, i Carabinieri, la Polizia ambientale, il Dipartimento Ambiente…Tutti pagati per difendere gli interessi pubblici, ma tutti silenti, tutti concordi nel non fornire alcuna risposta ai numerosissimi siracusani che fruiscono da sempre del mare della Pillirina”.

Sulla questione del divieto di balneazione connesso al rischio idrogeologico, Morreale spiega tutti i suoi dubbi: “Sia ben chiaro che i motivi di sicurezza addotti dalla Capitaneria di Porto, tanto cari alla Elemata, non vietano l’accesso e la balneazione in tutto il Plemmirio ma solo nel tratto delle Rive Bianche, caratterizzato da roccia particolarmente friabile sottoposta a erosione, da insenature di natura sabbiosa e dalla presenza di casematte in cemento armato. In questo tratto l’ordinanza della Capitaneria di Porto vieta la balneazione, la navigazione, la pesca, la sosta e il transito di persone e autoveicoli e ogni altra attività incompatibile con la natura del rischio, ma solo per una profondità verso terra di 20 m e verso mare di 100. Tutto il resto è fruibile, ed è tanto. E poi ci sono le latomie di superficie, semisommerse dal mare, che appartengono all’Area Marina Protetta del Plemmirio e devono risultare accessibili via terra”.

Natura Sicula annuncia, quindi, il ricorso alla magistratura alla quale chiederà “come mai alla Punta della Mola la società impedisce l’accesso senza specificare i confini dell’ordinanza. E come fa la stessa non far passare nessuno se per il codice della navigazione il mare e le spiagge sono di tutti”. Per Morreale, impedire l’accesso all’area in oggetto “equivale a commettere il reato di cui all’art. 1161 del Codice della navigazione”. “C’è anche una sentenza della Cassazione (sez. 3, n. 13925 del 7 maggio 2020) – continua – che lo ribadisce”.

Infine, il presidente di Natura Sicula indica un altro punto oscuro: “Per la particella in cui ricade la spiaggia (F.M. 130, p.lla 175) la Capitaneria di Porto e il Dipartimento Ambiente starebbero discutendo se sdemanializzarla, come desidera la Elemata. Eppure anche i bambini sanno che le spiagge non possono mai diventare private. Al massimo, per esse, vengono rilasciate concessioni per stabilimenti balneari, sempre garantendo l’accesso e il transito gratuito”. Le incongruenze sulla Pillirina, dunque sono tante, come tante sono le ambiguità e troppi i silenzi degli enti pubblici e il ritardo per l’istituzione della riserva naturale. “Un pessimo esempio – conclude la nota di Natura Sicula – di interessi privati che prendono il sopravvento su quelli pubblici, di una classe politica incapace di gestire la cosa pubblica, e di un modus operandi che alle nuove generazioni varrà la perdita di fiducia nelle istituzioni”. 

Intanto, il Gruppo di Intervento Giuridico (GrIG), associazione di protezione ambientale, in una nota firmata dal suo esponente Stefano Deliperi, annuncia di avere inviato, in data 22 ottobre 2024, “una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, finalizzata a verificare le opache attività di sdemanializzazione dell’area, preludio delle speculazioni immobiliari odierne, e a far valutare le opportune azioni di recupero alla titolarità pubblica”. L’organizzazione ecologista sottolinea che sono coinvolti il Comune di Siracusa,  la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Siracusa, i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, e che per conoscenza è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. Il GrIG “auspica che finalmente si possa far chiarezza su un’operazione non chiara ai danni di ambiente, storia e cultura di questo straordinario lembo del Mediterraneo”.

Redazione -ilmegafono.org