Incuranti di una tendenza musicale che vede il rock sempre più proiettato verso generi come il pop o verso ambientazioni a maggioranza elettronica, la Vinnie Jonez Band ci fa riassaporare i fasti di quel rock crudo ed energico che in tanti hanno apprezzato e vissuto in prima persona qualche decennio fa. Il manifesto compositivo della band romana ci viene presentato nel loro ultimo album, uscito lo scorso 11 marzo e intitolato “Il dilemma del Delay Lama”.
Dopo aver ascoltato le nove tracce che compongono questa produzione, capiamo da subito che il titolo è un mero e simpatico gioco di parole, nulla a che vedere con eventuali associazioni alla pace interiore del nirvana buddista. Questo perché tutti i brani che compongono la tracklist sono orientati verso un hard-rock intenso e moderno, deciso e graffiante, un’onda d’urto fatta di ritmi, riff e assoli che colpisce senza pietà o tentennamenti. La base hard-rock è solida e inequivocabile, ma non mancano comunque sperimentazioni che richiamano stili compositivi più attuali, conferendo ad ogni traccia quel quid in più che rende poi l’intero disco un punto di convergenza tra quello che a livello rock abbiamo ascoltato in passato e quello che ci aspettiamo di sentire in futuro.
Sporadici riferimenti metal si intrecciano con suoni sintetizzati o con mix di suoni eterogenei che troviamo spesso nei generi d’avanguardia, dove l’innovazione è appunto un caposaldo dal quale non si prescinde. All’interno de “Il dilemma del Delay-Lama” le folate rock sono l’evento più ricorrente, una piacevole ed inarrestabile calamità dalla quale emergono nature sonore contaminate dal garage o dal post-rock. La voce, infine, è decisa e presente, capace di accompagnare con equilibrio e un pizzico di irriverenza i suoi compagni di viaggio lungo la tracklist, ma senza mai voler strafare.
L’album della Vinnie Jonez Band (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) è una bella scoperta, una tempesta sonora potente e di qualità, molto gradevole seppur non accomodante per l’orecchio, una valida prova dall’essenza rock dei nostri giorni.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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