Ci eravamo lasciati qualche mese fa con i Dade City Days che, proprio su queste pagine, ci avevano fatto assaporare il loro singolo Old Fashioned, apripista di un lavoro di più ampia durata che adesso abbiamo il piacere di proporvi. Quanto di buono avevamo sentito in quel singolo che schiudeva la stagione estiva, lo ritroviamo in pieno autunno all’interno di “Free Drink”, che è appunto il titolo dell’ultima produzione discografica dei Dade City Days. Un titolo che non è casuale, perché ciascuna delle otto tracce che strutturano l’album prende il nome da un particolare cocktail.

Quello che si trova tra i brani di “Free Drink” è uno shakerato di dream-pop in cui la parte elettronica e l’effettistica strumentale e vocale possiedono maggiore rilevanza rispetto a quanto siamo soliti ascoltare nell’ambito di questo genere musicale. All’interno di questo sonoro mix alcolico troviamo anche riferimenti più propriamente rock, che si spingono fino a vacue atmosfere a sfondo alternative-indie, accompagnate inoltre da un velo di malinconia che invece ricorda vagamente le usanze classiche del grunge.

“Free Drink” è una di quelle espressioni musicali che inquadrano perfettamente la musica del terzo millennio e le generazioni che la compongono: una ambientazione leggera, ricca di riverbero acustico, un contesto dream-pop che potrebbe metaforicamente alludere ad una società incerta e un po’ frastornata, pronta a gustarsi un cocktail in compagnia di qualche buon amico, con un brano orecchiabile in sottofondo, senza badare troppo al domani. Il disco dei Dade City Days (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è una leggera ebbrezza alcolica unita all’essenza di un momento privo di incertezze e pieno di emozioni.

Un album davvero molto piacevole, in grado di catturare le attenzioni di molte tipologie di ascoltatori e che, per questo motivo, vi consigliamo di ascoltare almeno una volta.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Free Drink”