Un lungo percorso, iniziato suonando l’amata batteria e proseguito poi con la passione per il canto. Un percorso che, dopo una serie di singoli, è finalmente sfociato in un album completo, che racconta il vissuto del suo autore, vale a dire il cantautore torinese Matteo Prencipe. Due settimane fa, precisamente il 5 maggio, è uscito il suo disco d’esordio, intitolato “Bianco” e prodotto e distribuito da Alka Record Label. Dieci tracce nelle quali Matteo Prencipe mette insieme tutto ciò che ha caratterizzato la sua vita fino ad oggi: emozioni, persone, amori, dubbi, speranze, scelte. Un racconto necessario per esprimere quel che è e ciò che alberga dentro la sua anima, in una sorta di catarsi che, attraverso l’analisi del passato e la certezza del presente, prova a disegnare e a comprendere il futuro.

Nei dieci brani che compongono “Bianco” troviamo sentimenti mutevoli, frutto di una profondità che si riempie di ricordi, di malinconici vuoti, di amori che non finiscono, di voglia di leggerezza, ma anche di una rabbiosa voglia di scegliere se stessi, di respirare e vivere per costruirsi una vitale “illusione di pace”. Al centro di tutto c’è dunque l’essere umano, con le sue imperfezioni ma anche con le sue parti migliori, con i difetti che sono fondamentali per potersi scoprire e per migliorare. Un concept forte che, dal punto di vista musicale, segue una linea sonora che spazia tra rock d’autore e pop, con un timbro cantautorale tipicamente italiano.

Nei brani si fanno spazio diverse ambientazioni, c’è una traccia d’apertura quasi interamente strumentale, ci sono ballate struggenti e intime e pezzi più vicini all’alternative rock. Quello di Matteo Prencipe (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è un buon esordio, un album sincero, che non pretende di indicare direzioni ma semplicemente risponde all’esigenza di raccontarsi e raccontare un pezzo di vita nel quale qualcuno possa eventualmente riconoscersi. Perché, come dice lo stesso artista, la musica è “un punto di contatto” e , nonostante siamo tutti diversi, con storie diverse e con modi diversi di ascoltare le canzoni, alla fine “la musica ci unisce in un collettivo unico…Il collettivo umano”.

Redazione Musica -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Bianco”