A volte si ha la necessità di tirar fuori tutto quello che non ci piace o che teniamo dentro e la musica in questo è maestra. Soprattutto quando tre musicisti amici e con una certa esperienza decidono di mettersi insieme per dar vita a un progetto nuovo, proprio allo scopo di tirar fuori la propria anima. Costi che quel costi. È quello che hanno fatto i Puro Veneno, band fondata da Jack Tormenta, Marco Orsini e Max Lambertini, che lo scorso 15 aprile ha pubblicato, con l’etichetta Alka Record Label, l’album di esordio, intitolato “Questo disco mi è costato una fortuna”. Dieci tracce ben arrangiate, schiette, dal carattere tipicamente indie-rock, con qualche accenno di elettronica (come in Interstellare).

Un album dal titolo che può sembrare ironico e collegato a un aspetto puramente economico, ma che in realtà si riferisce al prezzo emotivo di scrivere brani che raccontano il mondo di oggi, le condizioni della società, del pianeta e della dimensione umana che lo popola. I Puro Veneno, infatti, ci parlano di quello che siamo e viviamo ogni giorno, di ciò che non va e non riusciamo a cambiare. Ci parlano delle disuguaglianze, dei diritti negati, di chi viene ancora lasciato in mezzo al mare, di un pianeta che abbiamo messo in pericolo e che invece dovremmo difendere (“…l’unica casa che ti resta è questa, devi proteggerla”, cantano in Che cosa c’è che non va).

Ma ci parlano anche di amore e di sogni, di uno spazio nel quale cerchiamo qualcosa, nuovi mondi o esseri più saggi che possano aiutarci. “Questo disco mi è costato una fortuna” è un album profondamente sincero, sin dal titolo, ed è perfettamente coerente con l’anima rock e la spontaneità dei Puro Veneno (che potete ascoltare nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica). Davvero un bel lavoro, solido nei contenuti e apprezzabile nelle melodie. Esordio più che riuscito per questo nuovo progetto.

Redazione – ilmegafono.org

La copertina dell’album “Questo disco mi è costato una fortuna”