Un luogo nel quale non esistono barriere, dove l’amore non conosce ostacoli né gabbie, né subisce l’onta dei giudizi e delle discriminazioni. È in questo posto ideale, pieno di libertà, che ci porta Antonio Ranieri, cantautore romano che, lo scorso 21 giugno, ha pubblicato il suo nuovo singolo, intitolato Venere. Un brano arrangiato dallo stesso Ranieri e che vede la partecipazione di Mene Uturz, con un featuring che aggiunge un timbro rap a un sound che invece è essenzialmente elettro-pop.
Una canzone che scorre molto bene, ben costruita e dai contenuti importanti. Un inno contro il pregiudizio, un testo valido, dove l’uso delle parole è curato e scarta via ogni banalità. Venere è un luogo nel quale l’amore trova la giusta dimensione, quella in cui tutti noi “esseri perfetti nelle nostre imperfezioni, distanti dagli schemi imposti da queste nazioni, nudi di concetti, colori e religioni, guidati dall’istinto e dalle nostre pulsazioni”, possiamo amare, amarci, essere amati a nostra volta. Senza timore, senza imposizioni convenzionali.
L’elettronica è un elemento portante dell’arrangiamento, sin dalla intro, gli effetti si adagiano bene sulla voce, che è molto musicale e dà ritmo al brano. Il featuring di Mene Uturz si inserisce egregiamente, assegnando forza e rabbia al concetto, al desiderio di libertà che Antonio Ranieri esprime.
Venere è una canzone sincera, senza eccessi, non ha bisogno di strafare, è una voce sottile ma ferma che pretende ciò che è giusto e dovrebbe essere ritenuto tale anche qui, nel mondo reale. Antonio Ranieri (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) ha scelto la musica per raccontare le proprie emozioni e condividerle con chi ascolta. Il brano è piacevole, ha la sua dignità musicale e contenuti validi. Un buon singolo, in attesa che arrivi un nuovo album.
Redazione -ilmegafono.org
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