Un cambio di direzione, per passare dalla voglia di suonare semplicemente musica al desiderio di esprimere le proprie idee attraverso la musica. È quello che hanno fatto i Landa, band astigiana che ha appena pubblicato il proprio Ep d’esordio, intitolato “I changed my name” e uscito con l’etichetta bergamasca FIL1933. Un disco che rappresenta prima di tutto un cambiamento, non solo di prospettiva, ma complessivo.
Dopo anni trascorsi, con il nome di Hidalgo, a eseguire cover di leggendari gruppi e artisti della musica internazionale, questi cinque bravi musicisti hanno scelto di produrre la propria musica e per farlo hanno deciso anche di cambiare nome, proprio come suggerisce il titolo del loro Ep. Cinque tracce, rigorosamente in lingua inglese, che riassumono il loro vissuto, le loro esperienze e i loro gusti musicali, che sono fortemente influenzati dal rock britannico e internazionale. L’Ep, infatti, è un susseguirsi di sonorità che ci riportano al passato, agli anni ‘70-‘80, ma a questi prestigiosi riferimenti i Landa aggiungono la loro personale reinterpretazione, frutto della propria visione musicale.
Gli arrangiamenti sono riusciti, gli effetti sono ben dosati, il sound è pulito e alterna ritmi rock/prog rock ad altri più pop, funk e blues. La voce è potente, chiara, arriva dritta e sicura. Quello dei Landa (che abbiamo avuto ospiti nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è un Ep ben fatto, nel quale ogni brano ci racconta qualcosa di diverso, anche musicalmente, qualcosa di nuovo che fluisce dal passato per parlarci del presente.
Ascoltarlo significa percepire, sentire il percorso fatto da questa band. Per dirla con loro: “Ognuno di noi è il prodotto della sua storia, del vissuto, degli errori e dei successi e questo non può che rendere la musica ancora più ricca di sfumature ed interpretazioni, espressione di una visione che diventa unica ma forte di cinque affluenti”. Una visione ricca ed eterogenea che abbiamo apprezzato durante questi 17 minuti di musica. Un ottimo biglietto da visita da conservare con cura, in attesa del prossimo disco, magari un album di più lunga durata.
Redazione -ilmegafono.org
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