Armonia e intensità. Con queste due parole è possibile riassumere la musica di Marco Graziosi, cantautore che, il mese scorso, ha pubblicato il suo album omonimo, uscito con l’etichetta Vrec/Audioglobe. Per Graziosi, che insieme ad Anna Gaetano, sorella di Rino, ha fondato la Rino Gaetano Band con cui negli anni si è esibito in Italia e nel mondo portando in giro il repertorio dell’indimenticabile artista calabrese, questo è il secondo disco da solista. Dodici tracce (più una bonus track per il vinile) di puro cantautorato, per un album che vanta collaborazioni importanti e parla principalmente di amore, di tutto quel che è vita vissuta.

Dinamiche quotidiane, nelle quali i sentimenti e le emozioni scorrono e trovano casa nelle parole di testi ben costruiti, a testimoniare le buone doti autoriali di Graziosi. Musicalmente si sente l’influenza positiva della tradizione, il timbro della musica d’autore italiana, l’amore per un genere al quale questo bravo cantautore ha dedicato tanto tempo e tanta passione. Inevitabile rintracciare, in alcuni brani (come ad esempio Eri mia) anche i tratti sonori e scanzonati di Rino Gaetano, ma c’è tanto altro.

C’è tanta armonia, ci sono brani molto intensi, ballate nelle quali le melodie sono lineari e lasciano spazio alla voce pulita e talvolta graffiante di Marco, mentre ogni tanto qualche distorsione o riff di chitarra donano alla musica di Graziosi un sound più rock. L’elettronica compare di rado e quando lo fa è piacevole (come nella bella parte strumentale del brano A cantarti ci provo). L’andamento generale del disco, però, rimane sempre molto poggiato su uno stile più cantautorale, che poi si apre a variazioni rock, ma senza la volontà di strafare o perdersi in sperimentazioni varie.

È un disco sincero e piacevole quello di Marco Graziosi (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica). Un album da ascoltare e riascoltare. Un buon lavoro, che si fa apprezzare anche per i suoi contenuti.

Redazione -ilmegafono.org

 

La copertina dell’album omonimo di Marco Graziosi