Un bravissimo cantautore che ha il coraggio di mettersi in gioco e di scegliere la sua musica senza curarsi del fatto che possa risultare popolare o meno. Lui è Davide Solfrini e il 25 settembre scorso è uscito il suo nuovo album, intitolato “Ultravivere” e pubblicato con l’etichetta New Model Label. Un album di 9 tracce che si può ascoltare tutto d’un fiato. Un disco pieno di contenuti, idee, punti di vista espressi con un’ottima scrittura, con testi che si interrogano sull’oggi e sul vivere quotidiano. Già dalla prima traccia (Tutto è guerra) è possibile comprendere il valore di questo ottimo artista. La prima strofa, infatti, parte con una ironica presa in giro agli amanti dell’inflazionata relazione tra la volpe e il piccolo principe (“Ma quale volpe, addomesticati tu!”) .Qui ci sono già riferimenti ad una società poco simpatica al cantautore, che si mostra pungente in questo brano forse anche riferendosi a una relazione terminata.
Un sound rock-pop speziato con gusti new wave quello di Davide Solfrini, dove i temi musicali orecchiabili sembrano semplici, per nascondere testi allusivi e criptici, senza mai essere troppo scontati. Davide racconta il suo conflitto con la società attuale, lo fa variando le tonalità e le sfumature sonore, ci offre il suo punto di vista del mondo, proponendoci diverse sfaccettature di se stesso, con l’utilizzo istintivo di una variegata tavolozza di colori del timbro vocale, dettato probabilmente da una tecnica poco approfondita, attraverso la quale è possibile dare spazio ad una interpretazione istintiva, come se in ogni brano cantassero vari cantanti diversi, come diverse sono le emozioni e le opinioni.
La struttura musicale è robusta, ben orchestrata. Nel brano Smontati la testa, ad esempio, dove il basso e la batteria stringono un legame unico con ritmiche sempre accese e offrono tanto spazio a idee che non diventano mai banali. Un ritmo che cambia spesso nel corso di questo viaggio sonoro lungo le tracce, che a volte abbracciano suoni più dance e new wave, altre volte più apertamente pop-rock e un po’ più spinti. L’ultima traccia del disco (Controcultura) ci è piaciuta in particolar modo, è un brano intelligente che ci parla dell’assurdità di tante cose che tutt’oggi ci circondano e sopravvivono, nonostante l’avanzamento tecnologico, ossia le banalità di una società che continua a protrarre usi e costumi del tutto inutili.
Quello di Davide Solfrini (che abbiamo avuto ospite nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è un disco orecchiabile, coraggioso e poco scontato ma difficile da piazzare in Italia ad un pubblico mainstream sempre meno alfabetizzato musicalmente. Ci è piaciuto anche per questo. Per il coraggio di costruire un ottimo album, senza curarsi delle tendenze, scegliendo di occuparsi solo della qualità degli arrangiamenti e della profondità e intelligenza dei contenuti.
Federica Formica -ilmegafono.org
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