Dimenticate tutto quello che può essere lineare e perfettamente armonico. Abbandonate le vostre certezze melodiche e i confini di genere e lasciatevi avvolgere dalle sperimentazioni e dalle atmosfere intense prodotte da un cantautore eclettico che ha scelto di liberare tutta la propria creatività. Lui si chiama Alangrime e il 20 aprile ha pubblicato il suo album d’esordio da solista, dopo anni passati dentro una band (i Nervovago). L’album, uscito con l’etichetta (R)esisto, si intitola “Colpogrosso”, come la celebre trasmissione degli anni ‘80, richiamando un erotismo che fa parte di tutti i lavori dell’artista.
In realtà, il titolo si riferisce anche ai “colpi grossi” personali accaduti in questi anni ed esprime anche l’augurio di farlo ancora più grosso questo colpo, grazie proprio a questo disco. Un disco che si muove lento dentro terreni tortuosi, dentro profondità nelle quali i toni sono cupi, malinconici, nostalgici, a tratti sofferti. Le atmosfere sono intime, lasciano spazio all’eros, che è centrale in molte parti di questo viaggio personale dentro il vissuto quotidiano, un viaggio che assume contorni romantici e che, nei contenuti, lascia trasparire quel senso di poetica maledizione che la scrittura riesce a rimarcare.
A livello musicale, invece, la struttura di base è rock, ma i confini si dissolvono rapidamente in una sperimentazione di suoni e generi, dove il rock si mischia al rap e al trap contemporaneo e aggiunge elementi di elettronica. Pianoforte e synth, effetti, distorsioni e parti nelle quali gli strumenti si riducono al minimo lasciando spazio al cantato. Un cantato affidato a una voce che, anche nelle fasi più trap, mantiene sempre una potente intonazione rock, che emerge soprattutto in brani nei quali proprio il tratto rock è più marcato ed evidente (come ad esempio Massera).
Alangrime (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) si è dunque messo a nudo, si è raccontato nel profondo, con un album non semplice né da realizzare né da ascoltare. Una sequenza di brani intensi, a volte duri, nei quali la melodia cambia, si trasforma, a volte sparisce, lasciando spazio a mix sperimentali che mostrano che questo artista, sia della pittura che della musica, ha coraggio. Ha scelto una strada, liberando tutta la propria vena, il proprio talento multiforme. Non sarà facile, ma c’è l’ostinazione di portare avanti la propria idea di musica. In bocca al lupo!
Redazione -ilmegafono.org
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