Il Green New Deal italiano è un obiettivo importante da raggiungere. Per provare a concretizzarlo è necessario intraprendere politiche e azioni serie che possano cambiare il Paese e migliorarlo. Sbloccare e aprire i cantieri delle opere pubbliche è una delle urgenze, perché consentirebbe di rilanciare gli investimenti e aumentare l’occupazione. Legambiente, attraverso un apposito dossier, affronta il tema ponendosi delle domande chiare: di quali opere pubbliche ha bisogno l’Italia, grandi medie o piccole che siano? Come realizzarle con risorse e tempi certi? Come garantire qualità, legalità e trasparenza?

“Questi – scrive l’associazione ambientalista – sono tutti argomenti che fanno fatica a imporsi nel dibattito pubblico. Invece, periodicamente assistiamo a polemiche surreali sull’ambientalismo del no e ai tormentoni sulle grandi opere controverse”.

“Sono circa 20 anni – continua Legambiente nella premessa al dossier – che si interviene con leggi speciali per sbloccare i cantieri. I titoli reboanti promettono soluzioni salvifiche: Legge Obiettivo (epoca Berlusconi), Sblocca centrali (epoca Berlusconi), Sblocca Italia (epoca Renzi), il new entry Sblocca Cantieri (epoca Conte 1). Generalmente a tali interventi si accompagna la moltiplicazione di Commissari straordinari, una peculiarità tutta italiana. La realtà ci ha dimostrato che gli effetti di tali norme, quando non fanno danno, sono poco efficaci”.

Con il dossier sul Green New Deal italiano, Legambiente individua 170 opere pubbliche come priorità (#opereprioritare) del Paese selezionate in base alle necessità reali dei cittadini e dei territori. Come scrive il movimento ambientalista in un comunicato stampa, ci sono, per esempio: “La bonifica delle falde delle province di Vicenza, Padova e Verona dai Pfas per garantire l’acqua potabile; la messa in sicurezza della falda acquifera inquinata del Gran Sasso in Abruzzo; la bonifica della Valle del Sacco nel Lazio; la bonifica in Calabria di oltre 10 milioni di metri quadrati di coperture in eternit; sempre in Calabria, i 129 comuni in infrazione europea per la mancata e cattiva depurazione”. E ancora, il porto di Gioia Tauro senza collegamento ferroviario, la diga sul Metrano ancora incompiuta nonostante abbia inghiottito un mare di denaro pubblico.

“In Veneto – prosegue il comunicato – un quarto degli interventi ritenuti urgenti nel 2010 per la mitigazione del rischio idrogeologico è ancora da cantierare. In Campania, pur essendoci finanziamenti disponibili, i Comuni non riescono a individuare i siti e realizzare gli impianti necessari per far funzionare il ciclo dei rifiuti. La linea ferroviaria Pontremolese che collega Parma con La Spezia, passando per la Toscana, è per il 50% a binario unico, nonostante rappresenti un pezzo potenziale del corridoio Tirreno-Brennero. Roma aspetta, da oltre vent’anni, l’avvio dei lavori per gli ultimi 10 chilometri dell’anello ferroviario. Il nodo ferroviario di Genova, tra crisi aziendali e attese giudiziarie, è un cantiere infinito”. Naturalmente, poi c’è Taranto e la bonifica di vaste aree a carico del pubblico di cui non è dato conoscere ancora “il quando e il come” degli interventi da effettuare nonostante l’andirivieni di vari commissari straordinari e gli 800 milioni di euro della transazione con la famiglia Riva.

Secondo quanto analizzato dal dossier di Legambiente, i soldi ci sono ma non vengono spesi. “Per le opere di cui è stato possibile avere il dato economico – afferma Legambiente – gli investimenti già stanziati che aspettano di essere ben spesi sono pari a 15.871 milioni di euro, mentre gli investimenti che aspettano di essere finanziati sono pari a 14.190 milioni di euro”. Sono ben 170 dunque le priorità, o meglio le #opereprioritarie, come le definisce in un hashtag l’associazione ambientalista. Un numero enorme. Il dossier individua anche 11 emergenze nazionali in attesa di risposte concrete. La strada da fare è lunga ma praticabile. Basterebbero soltanto una volontà politica chiara e uno sforzo comune per migliorare il Paese e renderlo più verde e più moderno.

Redazione -ilmegafono.org