Vea è il riassunto artistico di Valeria Angelotti, la manifestazione della sua arte immersa in un progetto da solista che nasce nel 2015. La sua forma finale è qualcosa che si stenta a definire, a collocare in un ambito musicale ben recintato. Vea ci mostra le sue varie sfumature, lo fa senza remore, con sincerità, facendo sì che le vibrazioni prodotte all’interno delle sue tracce risuonino con una bellezza disarmante.

Vea è un animo indie che si lascia ammaliare da qualunque cosa stuzzichi la sua vena compositiva. Il suo ultimo singolo, intitolato Il cielo di Colapesce, che prende il nome da un personaggio della tradizione siciliana, è una canzone indie-pop di notevole gradevolezza. Un brano basato su emozioni vivide, che propone senza troppi patemi d’animo la visione di Colapesce, ovvero quel mare che “raccoglie tutto l’orrore dell’uomo e della terraferma”.

E la rappresentazione di questo immenso mare carico di sensazioni sfocia musicalmente in qualcosa di non stazionario, formando schiumose increspature più propriamente pop-rock, oppure leggermente folk, dipingendo così un fondale spazioso dove potersi immergere con interesse, con meraviglia.

Il mare di Colapesce che Vea (ospite dell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) ha dipinto con la sua voce è solo un’anteprima di un lavoro di più ampia durata che vedrà la luce nel 2020, un lavoro che avrà molto da raccontare e che si preannuncia decisamente interessante.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina di “Il cielo di Colapesce”