La mostra “Ghraphein, carte da una collezione privata” ospiterà ancora due importanti eventi collaterali, due mostre da non perdere. Il 25 luglio è iniziata “Dk, i-stanze dell’animo” di Filippa Santangelo, mentre l’8 agosto toccherà a Giuseppe Ragazzini con “Seirenes”. Partiamo da “Dk, i-stanze dell’animo”. Le tele di Filippa Santangelo sono abitate dai fantasmi di una vita possibile. Queste stanze sono come scenografie di una rappresentazione teatrale che non si arresta mai, di una narrazione sussurrata, quasi impercettibile. Apparentemente vuoti, questi ambienti sono pieni di lei, della sua essenza che, come un pulviscolo finissimo, si respira guardando queste grandi tele. Come se fossero il lato nascosto delle maschere di Pirandello, da indossare a seconda dell’occasione, le stanze rappresentano il peso che c’è dietro una vita di compromessi.

La luce, che preme alle finestre per entrare, bussa in quasi tutti i suoi quadri, ma non illumina mai interamente gli ambienti, lasciando immaginare che potrebbe esserci qualcuno nell’ombra, magari nascosto, chiuso nella propria disperazione. La luce è la speranza del cambiamento, è la forza che dà forma alle cose e le rende possibili. Queste tele sono un atto poetico di rara intensità. Quando se ne percepisce il talento e la forza creativa, così viscerale da provocare una stretta allo stomaco, si ha la certezza di trovarsi davanti a un’artista che lascerà il segno. L’arte è un atto catartico, e quando incontra sensibilità e dolcezza svetta al di sopra della massa e si afferma nell’immaginario collettivo. L’artista presenta alcune tele di grande formato, caratteristiche della sua produzione, e dei pezzi inediti realizzati appositamente per l’occasione.

Passando a “Seirenes”, di Giuseppe Ragazzini, la figura della Sirena rimanda istintivamente al mito classico, alla leggendaria isola di Anthemoessa abitata da creature ibride in grado di sedare quella sete di conoscenza profetica che porta però solo morte e rovina nell’animo umano (Omero). Un mito che si è rinnovato nel tempo, per assumere nella contemporaneità ora valenza di femme fatale (Ocampo, Capuana, Melville), ora di fanciulla della porta accanto (Camilleri, Joyce), ora di allegoria di una terra, la Sicilia (Tommasi di Lampedusa). Ma la sirena è soprattutto una chimera, una deviazione dalla realtà. La mente umana può creare allucinazioni talmente reali da divenire mito. Ulisse, simbolo della forza della conoscenza che lotta contro l’irrazionale, si fa legare all’albero maestro della sua nave per ascoltare il loro canto e provare quella che poi si rivelerà essere pura follia.

Le sirene rappresentano un limite, un confine invalicabile, se non a caro prezzo: sono le guardiane di un mondo magico che l’uomo può solo sfiorare. Questa serie di Giuseppe Ragazzini è una delle più “classiche” della sua produzione. Ma pur essendo dei soggetti, per così dire, conosciuti, sono resi con grande eleganza e con un mélange di fonti orientali e occidentali. L’onirico e il bizzarro emergono con forza in tutte le opere dell’artista che della s-composizione ha fatto il suo stile. Questi collage con interventi a china sono solo una piccolissima parte dell’enorme portfolio di Giuseppe, ma rientrano in una poetica talmente definita e puntuale che li rendono dei degni rappresentanti dell’intera produzione dell’artista. 15 piccoli capolavori che varranno il pagamento del biglietto.

Le mostre si terranno presso il palazzo Trigona, nel museo Gagliardi, e il vernissage di ogni appuntamento prevede un aperitivo in una delle terrazze più belle di Noto. Il costo dei biglietti è di 15 euro con aperitivo, 12 euro ridotto (solo nei giorni delle inaugurazioni), 8 euro solo mostra, 5 euro ridotto. Nel biglietto è incluso l’ingresso alla mostra “Ghraphein, carte da una collezione privata”, che sarà visitabile fino al 16 agosto 2019. È consigliata la prenotazione. Per prenotare scrivi a info@sudestasicontemporanea.com.

Redazione -ilmegafono.org