Il MoMA di New York ha deciso, sulla scia di molti altri musei (come il Getty e il Met), di digitalizzare il proprio patrimonio artistico. Per il momento siamo a 66.000 opere delle 200.000 facenti parte della collezione del museo e il numero cresce di giorno in giorno. Questa operazione ha l’obiettivo di valorizzare l’arte del XX e del XXI secolo e i suoi artisti, soprattutto i meno conosciuti, rendendoli accessibili in altissima risoluzione ad un più ampio pubblico di curiosi.

Da casa vostra potrete spulciare quest’enorme quantità di opere ed ammirarle nei più piccoli dettagli, gratuitamente. Le opere sono solo fruibili e non scaricabili, ma l’esperienza di visitare da casa propria un museo d’oltreoceano, in qualsiasi momento lo desideriamo, è molto attraente.

Ogni opera è corredata di una scheda in cui sono descritte la tecnica, le dimensioni, i credits, il numero di inventario e il dipartimento in cui è conservato l’oggetto. Con queste informazioni potrete contattare il museo e ottenere una riproduzione direttamente a casa vostra dell’opera che non riuscite più a smettere di guardare.

I musei di tutto il mondo puntano sempre più alla catalogazione di opere in alta risoluzione da rendere accessibili sul web: ciò permette di sicuro una maggiore visibilità dell’istituzione museale ma anche una maggiore quantità di introiti. Il bookshop dei musei si trasforma infatti in negozio on-line in cui normalmente non si vendono gli stessi gadget che nel luogo fisico, ma le riproduzioni delle opere stesse conservate dal museo.

Quest’operazione, che speriamo divenga abitudine anche in Italia, funge inoltre da strumento di studio dell’opera stessa, di cui si documenta lo stato attuale, e che potrà in futuro essere utile a fini diversi, come ad esempio il restauro.

Angelo De Grande -ilmegafono.org