Come era stato previsto, questa settimana la Commissione Europea ha bocciato la manovra del governo italiano per il 2019. Accade per la prima volta che la Commissione bocci il bilancio di un suo Stato membro. L’evento potrebbe avere una portata storica, proprio perché si tratta della prima volta. Un risultato annunciato che merita una riflessione profonda, prima che si arrivi a toccare, forse, il fondo.

Quello che emerge fortemente è che si sta cercando uno scontro diretto con l’Europa. La scelta è motivata dallo scostamento particolarmente grave rispetto agli impegni sul debito. Sotto la lente di ingrandimento finisce sicuramente l’importo complessivo delle spese, ma ci finiscono anche le stime ottimistiche redatte dal governo. Dalla Commissione, infatti, scrivono che le stime di crescita del governo sono poco prudenziali. Sul punto bisogna considerare che il governo stima una crescita dell’1,5%, mentre i maggiori organi internazionali stimano una crescita di oltre l’1%.

La procedura di infrazione lascia sicuramente margine per trattative ed approfondimenti prima di giungere alle sanzioni. Quali prospettive possano aprirsi non è del tutto chiaro, ma potrebbe determinare una grossa difficoltà economica per il nostro Paese. Prima di tutto l’inadempienza ai trattati significa dei costi. Ma la vera preoccupazione forse è quella di rompere definitivamente l’equilibrio europeo per affidarsi a quel famigerato piano B che si fa avanti sempre più come un’opzione. Ricordate la polemica per le voci di Paolo Savona a ministro dell’Economia? Quando si parlava di uscita dall’Euro e simili? Forse stiamo andando in quella direzione?

Per ora stiamo assistendo a un muro contro muro serrato che forse pagherà in termini elettorali in vista delle prossime elezioni europee, ma che rischia di metterci a repentaglio. Da quel momento verranno prese le decisioni che contano. La prova di forza tra gli alleati di governo servirà a misurarsi, ma probabilmente il progetto è comune ed è in parte già stato scritto. La situazione è incerta e questo potrebbe pesare pesantemente sullo spread che, come è noto a tutti, salvo malafede, impatta sulla vita di ciascuno di noi. Intanto vanno male le aste dei BTP e quindi lo Stato italiano inizia a fare fatica a raccogliere denari freschi.

Di fronte a questo quadro, la spavalderia con cui si prende in considerazione la prima bocciatura di un bilancio di uno Stato membro, la gioia con cui si accoglie l’incremento dello spread perché le aste vanno benissimo o le battute sui gufi, tanto care ai vituperati precedenti governi, non rasserenano il clima. Non sappiamo se finiremo come il Venezuela, non sappiamo se hanno ragione coloro che vedono male queste previsioni. Di certo, se diversi organismi bocciano un bilancio in cui ormai crede solo il governo, viene il sospetto che si tratti o di un complotto o di apprendisti stregoni.

Penna Bianca -ilmegafono.org