La Sicilia nel sangue, la voglia di suonare e cantare e, alle spalle, un disco e una decennale esperienza live su tanti palchi dell’isola e d’Italia: questa è, in estrema sintesi, la carta d’identità dei Tre Terzi, band palermitana che ha da poco pubblicato (il 5 giugno scorso), il suo secondo album in studio, intitolato “Andata e ritorno” e prodotto da Patridà Records, con la produzione artistica di Pierpaolo Latina, presso MCN STUDIO di Lello Analfino. I Tre Terzi sono un gruppo formatosi nel 2009 dall’unione di tre amici musicisti, ai quali poi si è aggiunto un quarto elemento (come ci ha raccontato Claudio, uno dei fondatori, nel corso dell’ultima puntata di “The Independence Play” sulla nostra radio web) e questo loro ultimo lavoro è un concept album molto interessante.

Un disco corposo, intenso, con ben quattordici tracce che ci raccontano un viaggio e tutto quello che si vive dal momento in cui si parte fino a quello in cui si torna indietro. L’apertura dell’album, non a caso, è affidata al brano Andata, un brano delicato che ci accoglie in punta di piedi, con rumore di sabbia e conchiglie, in un blues che cambia poi inaspettatamente e si tuffa nei ritmi travolgenti della disco music. Nelle loro canzoni riecheggiano atmosfere che a noi hanno ricordato il miglior Silvestri (come ne Il club) oppure il Max Gazzè più dolce e sognante che conosciamo (come ne Il caffè). Nell’album dei Tre Terzi ci sono ritmo, capacità compositiva, testi validi ed armonia.

C’è un pop che sa diventare country dance e sa far sorridere, come in Poi cambierà, dove risulta bellissima la scelta di sovrapporre le chitarre acustiche con quelle elettriche. Andata e ritorno, brano che dà il titolo all’album, è differente: qui la chitarra diventa quasi arpa e accompagna un tuffo in un mare che “ha il colore di tutte le cose” e “basta il vuoto del vento a renderlo feroce”. Nella traccia E non sai perché, la voce, come già mostrato in altre canzoni, diventa alta e prende le tonalità, la profondità, il colore del grande Zucchero. Bellissima poi la ghost-track Piantalapianta, perché aggiunge a tutto l’insieme un’altra sfumatura ancora più rock e accattivante.

Forse è la prima volta che non ci riesce facile decidere quale sia la veste più adatta di un gruppo che ascoltiamo e recensiamo, quale canzone fra tutte possa rappresentare la strada da seguire, probabilmente perché, nel caso dei Tre Terzi, la loro ricchezza sta proprio nel riuscire a essere tutto nello stesso momento. I Tre Terzi sono convincenti, ci sanno fare, questo album è bello, vario, avvincente, come un racconto che non conosce mai momenti ripetibili o noia. Sono un concentrato di tante cose. Per capirci: prendete la musica migliore dello scenario pop-rock e alternative rock italiano e ritroverete in questo gruppo lo stesso profumo, la stessa bravura e la stessa determinazione. A questo punto speriamo che procedano spediti verso il grande successo. Sarebbe meritato.

FrankaZappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Andata e Ritorno”