Nel cuore di ogni musicista, nella concezione di ogni traccia, si annidano i ricordi e le sonorità che durante la vita ne hanno formato l’animo artistico. È quasi scontato che quel che ne viene fuori avrà quel sapore nostalgico, di conosciuto, riproposto ovviamente in una salsa più moderna e attuale. È questa la sensazione che si ha quando si ascoltano i Mitch and the Djed (MATD), una band emergente dal sapore prevalentemente rock.
Una band che ha acceso gli amplificatori ormai da diverso tempo e che pian piano si sta facendo strada, attingendo da molti generi musicali che hanno fatto la storia della musica degli ultimi decenni. Parliamo principalmente di quel tipo di rock che si è evoluto nella parte sud degli Stati Uniti, quel rock ben ritmato che sa di country e di folk, che trasmette libertà e distende la mente, senza mai eccedere con l’effettistica. Per intenderci, mentre si ascoltano i Mitch and the Djed non possono non balzare in mente i riff o le classiche melodie sulle pentatoniche proprie dei Lynard Skynard, solo per fare un esempio.
È oltremodo ovvio che l’obiettivo dei MATD non è solo quello di riproporre quanto fatto in passato, ma adattarlo ai suoni della società attuale, mischiando quando detto sopra a qualcosa di più trasgressivo come l’hard-rock, lo psichedelico o, volendo essere più generici e concisi, aumentando per brevi intervalli il knob del distorsore, collocandosi in questo modo nell’esatto punto in cui dovrebbe trovarsi ogni musicista compositore: nell’anello di giunzione temporale tra passato e futuro. I MATD sono riusciti a farlo, proponendoci come prova il loro lavoro discografico “Spanish Blues”.
Distribuito dall’etichetta discografica “(R)esisto”, il lavoro è un album di undici tracce più altre due di bonus, tutte sulla falsa riga di quanto detto prima, senza discostarsi di molto, mantenendosi con qualità sempre sullo stesso climax, generando un lavoro di piacevole ascolto che può risultare senza dubbio un ottimo trampolino di lancio.
Per ascoltare il singolo Star (she lives so far) clicca qui.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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