Le scene di becero tifo pro e contro Ignazio Marino nella piazza del Campidoglio a Roma possono essere considerate una delle pagine più oscene e tristi di questa stagione politica. La concorrenza, va detto, è spietata, ma dovrebbe essere una vergogna per ogni cittadino italiano vedere la superficialità con cui è stata trattata la scena politica della Capitale. Questa volta, più che in altre occasioni, la gestione del caso Marino (che orrore doverne parlare così) ha dei mandanti consapevoli e compiacenti. Lo sciacallaggio su Marino ha avuto e ha dell’incredibile. E questo al di là del carattere e della levatura politica dell’ormai ex sindaco, argomento di cui non vogliamo occuparci e che lasciamo ai Soloni di qualsiasi piazza, sia essa televisiva, fisica o sul web.
La campagna offensiva che lo ha coinvolto possiede radici profonde e la storia degli scontrini e dei viaggi è di una bassezza e inutilità che fa rabbrividire. Innanzitutto, sembra che tutti i problemi di quella città complessa che è Roma (che vista da Milano sembra ingestibile e invivibile) siano sorti negli ultimi due anni. E che in questi due anni non sia stato fatto niente. Si sa bene che non è così. Per la prima volta in quarant’anni, infatti, si era sentito parlare (e agire) il Comune sulla discarica di Malagrotta, questione della quale su queste colonne abbiamo scritto approfondite inchieste.
Non si dimentichi poi che, nel bailamme di Roma Capitale, il sindaco non è stato tirato in mezzo. Inoltre, sul tema dei trasporti ha rilasciato dichiarazioni forse sconvenevoli per i piccoli vassalli di una città feudo, ma estremamente razionali.
Non c’è bisogno di farne un martire, ma la sua esperienza (triste) e la vicenda condotta in maniera altrettanto triste dai giornali devono essere d’esempio. Soprattutto perché quando si parla di legalità bisogna anche ricordarsi che, statisticamente, i rappresentanti di una nazione provengono da quella società civile che li elegge. E prima di urlare slogan e indignarsi per otto euro (assurdità giornalistica) occorrerebbe ragionare su quanto ha scritto Mattia Feltri. Ogni popolino ha bisogno dei suoi capri espiatori. E allora godetevi lo spettacolo.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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