La “somalizzazione” della Libia conviene a tutti i nostri partner europei tranne, ovviamente, che a noi. Il rapimento dei nostri quattro connazionali che si trovavano per lavoro in Libia è l’ennesima prova che il caos nordafricano non può che renderci estremamente preoccupati per il futuro di questo Paese. Ciò non soltanto per intenti neocolonialistici di per sé deprecabili, ma per una storia di ovvie relazioni tra paesi mediterranei. Abbiamo avuto sempre e da sempre dei buoni rapporti commerciali. La Libia era diciannovesima nel 2013 nella classifica degli Stati da cui importiamo di più. L’anno dopo non era neanche nei primi trenta.

Vista dal lato libico (dati del ministero dello Sviluppo Economico), l’Italia era il primo creditore e il primo debitore dello Stato. Inoltre, come ha dimostrato la recente vicenda, molte società facevano affari proprio in Libia. Adesso, l’instabilità cronica di governo e la guerra civile fanno sì che le commesse si fermino, i crediti verso le istituzioni non vengano onorati. Una tragedia che vale miliardi di euro e che ovviamente interessa solo l’Italia, chiamata all’operazione vetrina anti Gheddafi per poi ritrovarsi a fare i conti con una guerra civile di difficile (impossibile?) soluzione, in quello che al tempo dei fasci sarebbe stato il nostro giardino di casa.

Una storia lunga di una strategia geopolitica penalizzante nei nostri confronti, dietro cui ci sono i nostri partner europei, Francia su tutti, che da sempre tentano di ostacolare i rapporti commerciali  tra il nostro Paese e il Nord Africa. Ovviamente una battaglia combattuta sulle spalle di chi non c’entra nulla e sugli ultimi del mondo. A partire dai migranti che transitano in Libia, passando ovviamente per la popolazione locale, senza dimenticare la nostra oscura storia recente per cui è sufficiente citare Ustica. Una storia in chiaroscuro in cui abbiamo sempre perso per negligenza e per strategie sbagliate.

Chissà quando Francia e Stati Uniti decideranno che sarà tempo di normalizzare la Libia e se ci riusciranno. Per ora, quattro nostri connazionali sono nelle mani di uno dei tanti gruppi di banditi che fanno il bello e il cattivo tempo sui resti di una polveriera che brucia e scoppia.

Penna Bianca-ilmegafono.org