Oggi vi presentiamo l’ultima fatica degli Other Voices e vi proponiamo il loro sound, che arriva dalla parte più profonda del nostro Paese, dal sud della Calabria, dove il progetto di questa band ha visto i suoi albori nell’ormai lontano 2002. Un sound energico, graffiante, in cui le vibrazioni degli strumenti accompagnano l’ascoltatore lungo un viaggio fatto di corsa, attraverso luoghi che contemporaneamente appaiono sia gioiosi e spensierati, sia velatamente malinconici e un filo rabbiosi.
La linea melodica è un bell’impasto di quelle che sono le sonorità utilizzate nella musica odierna, rievocando allo stesso tempo, in maniera del tutto evidente, lo stile proprio degli anni ’70; quel che viene fuori è un new wave ben amalgamato che ricorda distintamente alcune delle più grandi band del passato.
Gli Other Voices possono essere ormai considerati dei musicisti navigati, considerando il cospicuo numero di eventi a cui hanno partecipato e le loro produzioni discografiche. Infatti, la band calabrese ha già all’attivo sia la pubblicazione di un lavoro di ampia durata (“Anatomy of pain”, 2005) che di un EP (“Beloved child”, 2011), con i quali ha ottenuto eccellenti risultati. Adesso gli Other Voices sono tornati con una nuova produzione, pubblicata lo scorso 11 maggio, che mira alla loro definitiva consacrazione.
Anche questo ultimo lavoro è un full-lenght, composto da ben 11 inediti, davvero molto interessante, di piacevole ascolto, strutturato secondo le linee armoniche e melodiche che sottolineavamo all’inizio dell’articolo. “A way back”, così è stato intitolato, oltre ad essere un album adatto ad ogni tipologia di ascoltatore, grazie alle sue caratteristiche ritmiche e sonore, per gli appassionati del genere non passerà inosservato proprio perché riesce a rievocare suoni del passato proiettandoli però nel presente e arricchendoli con qualcosa di musicalmente nuovo e originale.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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