Una bellissima notizia ci giunge dalla Regione Sicilia e riguarda i testimoni di giustizia. Proprio questa settimana, infatti, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, insieme al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e al presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia, Ignazio Cutrò, ha dato il via a un patto che prevede l’assunzione di ben 48 testimoni, da parte della stessa Regione, entro il prossimo 23 maggio.
Intanto, lo scorso giovedì, i contratti già firmati dal presidente Crocetta sono stati 13. Si tratta di un evento memorabile per la Sicilia e per l’Italia intera, poiché è il primo caso in Europa in cui dei testimoni di giustizia ottengono un posto di lavoro all’interno della pubblica amministrazione. La Sicilia,tra l’altro, è l’unica regione al mondo ad avere una legge sui testimoni stessi. Insomma, un bel segnale per chi ha scelto di denunciare la mafia e, per questo, spesso ha perso tutto, a cominciare dalla propria attività lavorativa.
Nello specifico, alcuni dei testimoni che verranno (o che sono già stati) assunti torneranno in Sicilia; altri, invece, dovranno restare nei posti in cui tuttora si trovano, ma la Regione Siciliana pagherà loro il compenso spettante, pur lavorando per conto di altre regioni. A tal proposito, il presidente Crocetta, nel corso della conferenza stampa che ha preceduto la firma dei contratti, ha voluto lanciare un appello ai governi delle altre regioni italiane affinché seguano il modello siciliano. Si tratta sicuramente di una bella iniziativa e la speranza è che il resto d’Italia non stia a guardare.
Contentissimo e molto emozionato Ignazio Cutrò, secondo il quale “le firme di oggi rappresentano per la Sicilia un grido a favore della vita e contro i soprusi e le ingiustizie della mafia”. Per Cutrò “assumere queste persone nella pubblica amministrazione rappresenta un enorme segnale di riscatto”. In definitiva, “è stato dato il via ad un vero percorso di cambiamento, è stata superata l’antimafia parolaia e si è finalmente passati ai fatti”.
Che il percorso di cambiamento abbia avuto veramente inizio lo si scoprirà col tempo. Quel che è certo è che si tratta di un tragitto irto, non privo di ostacoli e insidie, ma in ogni caso uno strepitoso risultato che dà speranza per il futuro soprattutto a tutti gli altri testimoni che sono costretti a lottare contro la criminalità organizzata e che spesso si trovano troppo soli. Perché è proprio questa la base del cambiamento auspicato da Cutrò (e che tutti noi ci auguriamo): che nessuno, specialmente chi è impegnato in questa terribile lotta, possa sentirsi solo e dimenticato dallo Stato.
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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