Non vi è pace in Calabria, dove ancora una volta un atroce fatto di sangue ha messo un marchio indlebile su questo magnifico lembo di terra del Meridione. Una regione che è costantemente vittima dello strapotere delle ‘ndrine e dell‘immobilismo della società. La ‘ndrangheta ha assunto ormai da tempo il pieno controllo della politica, dell‘economia e, si potrebbe dire, persino della vita sociale. Per l‘ennesima volta, infatti, abbiamo potuto assistere al compimento della cosiddetta vendetta trasversale, che è feroce e ignobile più di qualsiasi altra forma e, soprattutto, non risparmia nessuno. Ci riferiamo a quanto avvenuto in provincia di Cosenza (tra Spezzano Albanese e San Lorenzo in Vallo), tra gennaio ed aprile. Una serie di omicidi che ha fatto scalpore e che ha un unico movente: la vendetta a tutti costi. A gennaio, Aldo De Marco, commerciante originario di San Lorenzo, uccide a colpi di pistola il 22enne Domenico Presta, figlio del boss latitante Franco.

Secondo quanto viene ricostruito dagli inquirenti, alla base dell‘omicidio sembrano esserci una serie di litigi riguardo all‘utilizzo di un parcheggio. Presta, nel giorno dell’omicidio, avrebbe infatti parcheggiato la propria auto davanti al negozio di De Marco, facendolo così infuriare al punto che lo stesso commerciante perde la testa e spara al ragazzo, uccidendolo. Poco dopo il raptus omicida, De Marco si costituisce alle forze dell‘ordine, ma proprio da quel giorno inizia qualcosa che probabilmente il commerciante calabrese non avrebbe mai potuto immaginare. Un mese dopo l‘omicidio, infatti, due donne di 45 e 26 anni, madre e figlia, vengono uccise a colpi di arma da fuoco da un gruppo di sicari, dopo che gli stessi avevano fatto irruzione nell‘abitazione. Una vera spedizione punitiva. Un commando della morte.  Le donne in questione erano la cognata e la nipote di De Marco, il cui fratello, Gaetano, è scampato alla strage perché nascosto in un‘altra stanza.

La notizia dell‘omicidio di due donne, con tale modalità, non passa inosservata e viene riportata nelle maggiori testate giornalistiche. Sebbene questo non è il primo caso di omicidio “rosa”, cioè un omicidio nel quale è coinvolta una donna, l‘atrocità dell‘operazione e la ferocia con la quale è stata commessa nei confrontit di due donne incensurate, ha destato l‘attenzione dei media. Un‘esecuzione mafiosa che  gli inquirenti collegano subito all‘omicidio avvenuto in gennaio e, dunque, legata ad una vendetta da parte della famiglia dei Presta. Dopo l‘omicidio, vengono disposte alcune misure cautelari nei confronti dei parenti di Aldo De Marco, rinchiuso in carcere in Calabria, e dello stesso fratello, Gaetano, il più indiziato a subire la vendetta e quindi meno al sicuro. Una vendetta che, come riportano le notizie di pochi giorni fa, si è pienamente realizzata. O almeno così sembra.

Giovedì, infatti, due sicari in sella ad una moto e coperti dal casco hanno fatto fuoco proprio contro Gaetano De Marco, il quale si trovava a bordo della sua vettura. L‘uomo è morto sul colpo e la moto utilizzata dagli assassini è stata ritrovata poco dopo ormai carbonizzata. A tre mesi dall‘omicidio del giovane Presta, il boss ha così potuto “onorare” la morte del figlio, uccidendo in breve tempo i parenti più vicini del commerciante calabrese. Nonostante ciò, le forze dell‘ordine restano in allerta, perché la possibilità che questa atroce macchina di sangue sia ancora in movimento può non essere solo un‘ipotesi. Per questo, i due figli di Gaetano De Marco sopravvissuti alla strage sono stati allontanati da San Lorenzo, così come la moglie e la figlia del fratello, Aldo.

Il colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dei carabinieri a Cosenza, afferma che “sono tanti i familiari di Gaetano De Marco esposti a un potenziale pericolo”, mentre Franco Giamantonio, Procuratore della Repubblica di Castrovillari, giudica così la situazione attuale: “ Ci troviamo di fronte ad una ferocia senza limiti. A questo punto ci si può aspettare di tutto. Questa serie di omicidi potrebbe non essere finita: evidentemente vogliono distruggere l‘intera famiglia”. Resta dunque da vedere cosa accadrà in seguito a questi ultimi avvenimenti. Purtroppo, però, non è sempre possibile prevedere le mosse del nemico. Lo stesso Gaetano, pur avendo ricevuto delle coperture di sicurezza da parte dei carabinieri, non è scampato alla ferocia della ‘ndrangheta. Speriamo che questasete di vendetta sia finita e che la magistratura possa fermare  questi feroci assassini.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org