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Questo interessante articolo di Annamaria Testa merita molta attenzione e un po’ di fiducia. All’università ho studiato su un suo testo relativo alle tecniche di comunicazione pubblicitaria. Un libro scritto benissimo, a tratti perfino divertente, in cui si spiegava nel dettaglio, passaggio per passaggio, la nascita di un messaggio pubblicitario. In qualche modo quello che oggi è diventato il lavoro con cui mantengo la mia passione giornalistica.
La stimo. Anche per quello che ha scritto in questo pezzo, che vi consiglio di leggere e sul quale vi consiglio di riflettere.
E ci tengo a farlo proprio oggi, che un uomo dalla creatività acuta, un collega gentile con cui di tanto in tanto ho lavorato in questi due anni, è venuto improvvisamente a mancare. Credo che lui, Umberto, avrebbe apprezzato questo pezzo e questo ragionamento. Mi piace pensare che in questi giorni sia riuscito a leggerlo.
“Da noi, credo, per rianimare la stremata capacità creativa nazionale basterebbe avere un ambiente non così ostile a chi cerca, tra mille difficoltà, di trovare soluzioni innovative o di svolgere bistrattate e malpagate professioni creative. Basterebbe un sistema educativo appena un po’ più attento a motivare e coinvolgere gli studenti. Basterebbe rompere qualche stereotipo e qualche soffitto di cristallo e liberare un po’ della creatività delle donne. Basterebbe non rimangiarsi le detrazioni fiscali sull’acquisto di libri. Basterebbe dire che la cultura è una risorsa, e trattarla come tale. Ma già: da questa parte dell’oceano, è come chiedere la luna”. Leggi qui l’articolo intero
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