Continua a Roma la saga Malagrotta. La più grande discarica d’Europa, che dovrebbe essere chiusa da più di un anno, continua a inghiottire rifiuti. Per l’ennesima volta, infatti, si parla della chiusura definitiva della discarica a giorni, il 30 settembre per l’esattezza, ma ancora non è stato trovato un sito sostitutivo per il conferimento di centinaia di tonnellate di rifiuti della Capitale. “Il processo inizierà a ottobre e non ci saranno proroghe. Poi dobbiamo definire alcuni aspetti tecnici su cui il commissario e il prefetto devono ancora darci informazioni”, ha detto il primo cittadino di Roma, Ignazio Marino, in merito al destino di Malagrotta.
Marino ha aggiunto che sopra la discarica saranno piantati 100.000 alberi, il cosiddetto “capping”, e in sede di Consiglio regionale il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro per il progetto. Tuttavia le perplessità permangono e non sono legate solo al fatto che non esiste ancora un sito sostitutivo. Anche lo stesso progetto di “capping” non convince gli ambientalisti.
Per il WWF, ad esempio, prima di piantare gli alberi sopra rifiuti accumulati per quaranta anni, sarebbe necessaria una reale bonifica del sito. La frazione organica dei rifiuti che giacerebbe sotto gli alberi, infatti, non dà alcuna sicurezza sotto il profilo ambientale, in quanto, essendo un rifiuto solo stabilizzato, può facilmente riattivare i propri processi fermentativi. Nel caso di una bonifica “reale” del sito, invece, sarebbe obbligatorio uno studio approfondito sull’area, con relativo pagamento dei danni da parte di chi li ha causati. Il WWF ha anche proposto di trasformare parte del sito di Malagrotta in un impianto di compostaggio, ma per ora nessuna risposta da parte dell’amministrazione comunale.
Il sindaco Marino ha promesso, nel suo programma elettorale, di promuovere la tutela dell’ambiente e una gestione intelligente e soprattutto efficiente dei rifiuti. Finora, però, le uniche proposte hanno ben poco a che fare con il concetto di efficienza. Si parla infatti dell’apertura di una “nuova Malagrotta” a Falcognana, a sud di Roma. Sabato scorso, nella Capitale, centinaia di persone hanno manifestato in piazza per dire no alla nuova discarica, e per lunedì 30 è prevista una nuova contestazione che dovrebbe riunire migliaia di cittadini. E la promessa di Marino, secondo la quale la discarica di Falcognana “chiuderà in due anni”, non convince, dati i precedenti.
G.L. -ilmegafono.org
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