Il Maestrone è ancora in forma e mi perdonerà per l’avverbio. Sì perché al sedicesimo album in studio, uno si sarebbe aspettato magari qualche cedimento, un po’ di autoreferenzialismo marcato d’età. Ma il baritono arrotato non è uno di quelli che tradisce le aspettative e le promesse. Per carità, ancora l’album non è uscito ma da quello che si può capire godendosi Il diario (http://www.youtube.com/watch?v=W3Z9w-E_UQo&feature=relmfu nei link correlati poi trovate gli altri frammenti) quanto scritto sopra è assicurato.

Eppure il singolo è già uscito. L’ultima volta (http://www.youtube.com/watch?v=68Rw6cZwnnw&feature=relmfu) parte già da un titolo che racconta un addio. Ricordi e presente che si mischiano. L’infanzia dei “sandali nuovi” che duravano solo tre mesi, consumati in corse sull’Appennino. La gioventù dell’amore “assoluto e violento”. Le domande già mature “quando è stato che finito il niente, perché è stato che tutto si è spento, non ha visto nemmeno settembre” senza sosta “in quei giorni ormai troppo lontani, era tutto presente e il futuro un qualcosa lasciato al domani, un’attesa di sogno e di oscuro, un qualcosa di incerto e insicuro”.

La musica si interrompe e poi riparte, con un consiglio che è avvertimento nell’accento chiuso nella valle dove scorre il Limentra, “quando il giorno dell’ultima volta che vedrai il sole nell’albeggiare e la pioggia ed il vento soffiare ed il ritmo del tuo respirare che pian piano si ferma e scompare”. Una tristezza densa come il sound confezionato dalla vecchia banda di Flaco&gli altri ci avvolge con queste ultime parole.

Maestro suo malgrado (che forse non avrebbe mica voluto) di almeno altre tre generazioni (figli, figli maggiori e minori dei figli), fa bene a lasciarci questo pezzo per cullarci “e poi saran le ultime oramai” poiché pare abbia dichiarato che questo sia l’ultimo album. Noi questo lento saluto ce lo godiamo tutto, pensando a Pavana, alla Porrettana, al Novembre nel castagneto. Rimarranno un pugno di consigli e una bella immagine. Un mio amico me l’ha sempre detto. Guccini è il vecchio seduto in un angolo del bar, quello che ti saluta con un cenno e ti dice: “te l’avevo detto”. Accendendosene una e giocando la sua mano.

Penna Bianca –ilmegafono.org