In un mondo fatto di schermi, visori, digitale dalle sigle sempre più strane, AR, VR, NFT, dove pure le valute sono diventate codici binari di 0 e di 1, le banche online, i documenti in PDF, i libri in e-book, le firme digitali, lo SPID, il BIC, lo SWIFT, i bonifici in un click, la DAD, lo Smart working, la carta sembra un mezzo arcaico, quasi obsoleto. E invece ci sono artisti che della carta ne fanno il principale canale espressivo, creando linguaggi sempre nuovi, sempre diversi, riuscendo a coniugare i complessi fenomeni della contemporaneità con la semplicità di emozioni tradizionali. I curatori del collettivo Sudestasi Contemporanea, in collaborazione con Marset Italia, hanno riunito quattro dei principali esponenti di questo mezzo e hanno costruito una mostra che sembra più un viaggio spazio-temporale tra epoche lontane dalla nostra, ma che con la nostra vivono e si mescolano, esaltandone pregi e difetti.

Giuseppe Ragazzini, Demetrio Di Grado, Angelo Bramanti e Carlo Gilè sono i protagonisti di #papercutting. La carta, il ritaglio, la fascinazione per il dettaglio o per la stratificazione di immagini apparentemente sconnesse è il trait d’union di questi quattro artisti, diversi per sensibilità e per linguaggi espressivi adottati. Il concetto del comporre assemblando liberamente elementi disparati per creare una nuova narrazione è il sottile filo rosso che collega tra loro le opere in mostra; un modo di concepire lo spazio dell’opera d’arte simile per certi versi al tema dell’interior design, inteso come un mix unico e personale di forme, colori, texture e materiali diversi, i cui accostamenti mettono in scena il nostro Io, il nostro vissuto.

Si passa così dai disegni surreali di Giuseppe Ragazzini, il cui tratteggio segnico continuo costruisce figure sintetiche che trovano un senso profondo nelle libere associazioni del subconscio, ai collage propriamente detti di Demetrio Di Grado, dove i ritagli di vecchie riviste d’epoca sono accostati ad inserti cromatici sgargianti e a frasi perentorie che ne attualizzano il messaggio comunicativo (ora in senso ironico, ora provocatorio, ora evocativo). Nell’ambito del collage (o de-collage) si muove anche Angelo Bramanti, il cui fare artistico è caratterizzato dalla “vandalizzazione” di testi stampati (libri, riviste, cataloghi, ecc.) come atto metaforico del compulsivo consumo acritico di immagini tipico della società contemporanea. Puri assemblaggi cartacei, infine, sono invece i “cartorilievi” di Carlo Gilè, astratte composizioni geometriche tridimensionali che si dispiegano come un gioco di equilibri tra rigore esecutivo e ricerca del piacere effimero (e che rimandano non a caso al mondo della scenografia teatrale da cui proviene l’artista).

Che siano assemblage o collage, disegni o composizioni plastiche, queste opere di piccolo formato propongono un’esperienza visiva intima che ben si adatta ai piccoli ambienti di un’abitazione privata (da qui la scelta dei locali espositivi e dei corpi illuminanti prodotti da Marset). In esse traspare il gusto del dettaglio, della composizione giocosa che non rinuncia tuttavia alla ricerca dell’evocazione poetica. Si tratta di piccoli divertissement che generano nello spettatore sorprendenti riflessioni e che stimolano la fantasia di ognuno di noi.

La mostra, inaugurata in occasione del Salone del Mobile 2021, sarà aperta e fruibile al pubblico fino al 20 ottobre 2021 presso lo show-room Marset Italia in Via dell’Annunciata, 29, nel quartiere di Brera a Milano.

Sarah Campisi -ilmegafono.org