Al Musée Jacquemart-André di Parigi, è ancora in corso (chiuderà il prossimo 20 luglio) la bellissima mostra dedicata a Roberto Longhi. Longhi non è stato solo un grande critico e storico dell’arte italiano vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, ma anche un vero innovatore di questa disciplina facendo riscoprire al grande pubblico artisti allora dimenticati come Piero della Francesca, oggi celebratissimo. Fu anche professore di Pier Paolo Pasolini che, probabilmente, senza il suo apporto visivo, non ci avrebbe regalato tanti capolavori.

La mostra, dal titolo “Da Giotto a Caravaggio – Le passioni di Roberto Longhi”, organizzata dal museo parigino e dalla Fondazione di Studi dell’Arte Roberto Longhi, celebra la sapienza e l’immensa passione dello studioso piemontese, esponendo le tante opere da lui scoperte e appartenenti alla sua ricca collezione privata, oltre ad altre prestate dai più importanti musei europei.

I dipinti di grandi protagonisti della pittura italiana che va dal XIV al XVII secolo, come Caravaggio, Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, si trovano esposte insieme a quelle di altri artisti di primo piano, mettendo in evidenza il grande contributo dato da Longhi alla storia dell’arte italiana. Dal Trecento al Seicento, sono tantissime le opere la cui scoperta fu merito dello studioso italiano, che ha approfondito sia l’arte antica che quella del XIX secolo o quella a lui contemporanea (fu amico di Carrà e Morandi e ne scrisse). 

Longhi non era un semplice storico dell’arte, ma un appassionato scrupoloso, capace di andare oltre la semplice attribuzione, preoccupandosi di definire il contesto dell’opera e sforzandosi di ricostruire gli elementi mancanti. Per fare un esempio, uno dei suoi più grandi ed esemplari successi nell’attribuzione di un’opera, fu quello dell’Abbazia di Chaalis, quando, dopo il suo viaggio attraverso l’Europa e l’arte europea con Alessandro Contini Bonacossi, attribuì a Giotto due pannelli dipinti compatibili con altri due elementi dello stesso dipinto conservati presso la National Gallery di Londra e il Museo Horne di Firenze.

La mostra, che mira proprio a ricordare il mix di passione e scienza che ha caratterizzato Longhi, permette al visitatore di godere di grandi capolavori, passando per le diverse sezioni che compongono l’esposizione, con l’occasione, per chi non lo conoscesse, di scoprire e apprezzare il lavoro eccezionale svolto dal critico piemontese.

Rimangono pochi giorni ormai prima della chiusura di questo appuntamento con la grande pittura italiana. Se vi trovate a Parigi o nei dintorni, oppure vi capita di passare da qui, prima del 20 luglio, vi consigliamo di fare un salto al Musée Jacquemart-André (aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 18 e il lunedì fino alle 20.30). Non ve ne pentirete.

Angelo De Grande –ilmegafono.org