Recupero dei materiali, risparmio energetico e tutela della filiera alimentare corta nelle città sono state le parole chiave della fiera Ecopolis, che si è conclusa qualche giorno fa a Roma. Ecopolis è diventata negli anni un punto di riferimento per le aziende che investono e vogliono investire nello sviluppo sostenibile ed è il primo appuntamento europeo che accoglie in un’unica manifestazione società di diversi settori merceologici legati al tema della sostenibilità, attraverso il filo rosso della gestione ambientale delle città.
La Fiera quest’anno è stata dedicata a due temi principali: “La città che mangia” e “La città che vive”. Sono le città che mangiano, sono quelle che chiedono pesca e agricoltura, sono quelle che danno lavoro nei campi, il modello di Ecopolis, promuovendo la filiera del “chilometro zero” e allo stesso tempo una mobilità e un sistema di approvvigionamento energetico sostenibile. Ed è in tale contesto che si inserisce il “Premio Impresa Ambiente”, assegnato nell’ambito della Fiera.
Particolarmente interessante, tra i progetti premiati, è quello della società “Miko”, che produce la “Microfibra dinamica”, un innovativo processo di recupero del poliestere. Il poliestere viene prodotto sulla base di materiali riciclati da fibre sintetiche e, nel ciclo produttivo, la microfibra viene depositata senza l’utilizzo di solventi, ma solo con bagni a base di acqua. Tutti fattori che la rendono un tessuto a bassissimo impatto ambientale.
Menzione speciale, poi, è andata alla Cim di Roma, che ha sperimentato il progetto “pittura fotocatalitica ecoattiva”, un prodotto che, oltre a consentire l’ossidazione delle sostanze inquinanti, può essere venduto in polvere non necessitando di acqua di miscelazione preventiva. La pittura fotocatalitica viene già usata da alcuni anni nella città: è un prodotto che ha la capacità di trasformare le sostanze inquinanti in residui non nocivi. Attraverso la luce solare, o di apposite lampade, la fotocatalisi innesca e mantiene un processo di depurazione efficace contro sostanze tossiche come polveri sottili, monossido di carbonio, formaldeide, metanolo, etanolo, benzene toluene, xilene, ossidi di azoto, anidride solforosa, composti aromatici, microbi, muffe e svariati composti organici e inorganici.
Ma queste sono solo alcune proposte a cui Ecopolis fa da cassa di risonanza. Nell’ambito della mobilità e dell’agricoltura sostenibile, infatti, i progetti presentati sono decine e vanno dalla promozione dei gruppi d’acquisto solidale “a ciclo corto” al recupero delle linee ferroviarie per favorire il trasporto pubblico. Insomma “la città sostenibile”, che mangia e che vive, è possibile. Molto però dipende da noi, come cittadini, imprenditori e amministratori locali, e dalla nostra volontà di garantire un futuro pulito e “a misura di essere umano” ai nostri figli.
Giorgia Lamaro -ilmegafono.org
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