I rifiuti arrivano ovunque, persino sul tetto del mondo. Meta obbligatoria per alpinisti ed esploratori, le cime di Everest, K2 e dell’Hymalaya intero rischiano di diventare discariche a cielo aperto: bombole d’ossigeno fuori uso, residui di plastica e alluminio, tende e vecchi congegni tecnologici giacevano indisturbati tra le nevi dopo essere stati malamente abbandonati dagli escursionisti e, nonostante i notevoli sforzi delle associazioni ambientaliste, da sempre attive per ripulire la catena montuosa, una volta giunti a valle, si presentava puntuale il problema dello smaltimento. 

Una parte dei rifiuti è destinata alla combustione, per questo molti villaggi sono stati dotati di piccoli inceneritori, ma secondo la legge locale gli alpinisti dovrebbero comunque riportare a valle i propri rifiuti e pagare una somma irrisoria di denaro per consentirne lo smaltimento. Negli ultimi anni, una squadra speciale dell’Esa (Everest Summiteers’ Association) si è presa l’incarico di raccogliere, nella stagione primaverile, i rifiuti abbandonati. La squadra, composta da sessantacinque portatori e settantacinque yak (bue tibetano), ha portato a valle circa otto tonnellate di rifiuti, ed è da qui che nasce l’idea innovativa per riutilizzarli. 

Delle otto tonnellate raccolte, circa due sono state donate all’associazione “Da Mind Tree”, che, in collaborazione con artisti locali (Art Group Nepal), ne ha ricavato piccole opere d’arte e installazioni visuali che sono state messe a disposizione del pubblico al museo di Katmandou per circa un mese, mentre a Pokhara un museo locale sta allestendo una sezione permanente dedicata alle opere. Ciascuna creazione ha il compito di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente, con richiami alla natura e alle divinità locali. Desta curiosità una scultura dedicata al Dio Ganesh, composta da lattine, pezzi di bombole d’ossigeno e alcuni scarti provenienti dall’elicottero precipitato sull’Everest quarant’anni fa.

La creatività può essere una buona chiave d’accesso a un mondo più pulito.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org