“The problem is that there’s no romance around here”, cantano gli Arctic Monkeys. Di romanticism in giro ce n’è davvero poco, ma in almeno due situazioni l’ho ritrovato. Un po’ nel calcio di un tempo, con meno soldi, più voglia e più eroismo. Storie da raccontare ai propri figli insomma. Ma anche nella musica. Ci sono degli artisti che non si risparmiano e come facevano i veri romantici di un tempo hanno la loro Idea e la portano avanti, infaticabili. Forse questa è la definizione che più si attaglia ai Modena City Ramblers. Un gruppo che ha fatto la storia del combat folk e del folk italiano mantenendo ritmi da maratoneti. Concerti in tutto il paese, live, manifestazioni, album.
È uscito una settimana fa il loro ultimo lavoro, “Sul tetto del mondo”. Il tetto è proprio quello che raggiungevamo mesi fa nelle Università e nei comuni delle province di tutta questa Italia. È infatti la faccia pulita di questo paese quella che il gruppo emiliano cerca e canta. In AltrItalia, il singolo che lancia l’album, troviamo le storie di donne e uomini che ci rendono orgogliosi di essere loro connazionali. Nomi casuali per storie quotidiane di cui ci dimentichiamo. C’è Simone il giornalista, Margherita l’onesto consigliere comunale che crede nella politica, c’è… “un’AltrItalia che vive e si diffonde, non la trovi sui giornali, la TV ce la nasconde, è un’AltrItalia che ti tende la mano, migliaia di volti di un paese in cammino”.
In questo periodo fa veramente bene sentire anche da loro che c’è un’AltrItalia. Questo ci piace. I Modena non criticano e basta, semplicemente passano oltre. Non parlano di sexgate, non fanno i giullari di corte, raccontano un mondo diverso, la “strada” intesa come l’attività formicolante nostra di ogni giorno. Il romanticismo nelle piccole cose. Il sound è quello che ci fa innamorare di loro, quel folk andante con piacevolissime percussioni e violino. E poi fantastiche ballate come Seduto sul tetto del mondo. Ho sempre pensato che la loro musica avesse un effetto terapeutico.
Dopo che uno che si chiude in casa per paura, che ascolta il TG e soffre per il popolo libico, per le guerre, per i disoccupati per gli squilibri sociali e si sente profondamente solo, a quel punto arriva la loro musica. Quella nata per stare insieme, condividere, parlare, sognare. Ci fanno stare bene con le loro immagini fortemente evocative, il ritmo che ti fa battere le mani e ti fa venir voglia di unirti, di fare qualcosa. Ti prende dentro una voglia matta di superare gli ostacoli a piedi uniti perché si è riscoperta la bellezza del mondo, al di là di tutto. Proprio come i romantici. Se volete sentirvi meglio sono i migliori sulla piazza e non fate come “chi si acceca perché vuole il buio”. Luce, Idee, come i romantici e come i padri risorgimentali, Uniti.
Penna Bianca –ilmegafono.org
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