Siamo a Librino, Catania, al Cavalcavia che divide viale Librino e viale Bummacaro. Qui Antonio Presti lavora dal 2002, da quando iniziò questa mastodontica opera di arte urbana con “La Porta della Bellezza”, oggi considerata la scultura in terracotta più grande al mondo. Nel 2009, per quest’intervento Presti ricevette la cittadinanza onoraria di Catania. L’opera iniziò dal lato che guarda verso l’aeroporto e poi il mare, con un’istallazione che coinvolse tantissime scuole e bambini (circa 2.000).
Quest’opera d’arte corale, che sembra accogliere simbolicamente il turista nella “nuova” Catania città di bellezza, è stata ingrandita con “Il Cantico di Librino”, una nuova istallazione sull’altro fianco del cavalcavia, quello verso i grattacieli di Librino, per intenderci. Librino, quartiere di Catania un tempo diviso da quest’enorme cavalcavia, struttura ingegneristica senz’anima, oggi è unito da un’opera d’arte, fatta dai suoi stessi cittadini, che ha trasformato e continuerà a trasformare il desolante panorama di questa zona.
Molti i fotografi coinvolti in quest’impresa voluta dal celebre mecenate di Fiumara d’Arte, sotto il coordinamento di Antonio Parrinello: Arianna Arcana, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Maria Sipala, Luigi Auteri, Claudio Maiorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani. Questi fotografi hanno lavorato per un anno intero a stretto contatto con la popolazione, sulle strade e nelle parrocchie, per creare una compilation di sguardi, per imporre ai catanesi di Librino la bellezza che, lo scopriranno, è nei loro stessi occhi. Più di mille ritratti affiancati alle parole del “Cantico dei cantici” di San Francesco. Gli abitanti sono letteralmente santificati.
Presti cerca elegantemente di risvegliare dal torpore una popolazione che non può più contare sul sostegno della classe politica. L’obiettivo è quello di dare un nuovo strumento per attirare turismo e cambiare il destino di questa parte di Catania. L’istallazione ricorda gli esiti già raggiunti dallo street artist francese JR che, con il suo progetto “Inside Out”, dal 2011 ha coinvolto più di 260.000 persone in 129 paesi del mondo realizzando istallazioni mastodontiche in cui i ritratti, rigorosamente in bianco e nero, si affollano sulle facciate degli edifici. L’anno scorso è stato realizzato un intervento anche a Palermo.
Questa precisazione non vuole sminuire assolutamente l’istallazione catanese voluta da Presti, che tra l’altro aggiunge un’aura di sacralità all’opera inserendo le parole di San Francesco d’Assisi, ma sottolineare l’intensità del messaggio di integrazione che risuona da questi volti in giro per il globo. Il progetto di Presti vuole essere solo l’inizio di un percorso che da Librino si snoda per la città andando verso il vulcano e coinvolgendo tutti i paesi etnei, in un itinerario che diviene Land Art. L’arte contemporanea, al contrario della lava, salirà lungo le falde del grande vulcano Etna creando una nuova Fiumara.
Angelo De Grande -ilmegafono.org
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