A Vittoria, provincia di Ragusa, un nuovo atto intimidatorio ha riacceso i riflettori per qualche giorno su questa città siciliana a vocazione agricola, ma attraversata da una storia nella quale la presenza mafiosa si è fatta sentire spesso e con una certa violenza. La scorsa settimana, infatti, il sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, ha ricevuto messaggi intimidatori attraverso il social network Facebook rivolti a lui e al noto giornalista Paolo Borrometi.
Per gli inquirenti, il tutto avrebbe potuto essere legato alla recente partecipazione del sindaco Moscato e del giornalista Borrometi ad una puntata Rai di Radio Anch’io nella quale si era parlato di agromafie e caporalato, un tema scottante e al tempo stesso pericoloso che tocca da vicino gli affari della mafia in quelle zone che, come detto, vivono prevalentemente di agricoltura, di terre da coltivare. Vittoria in particolare, con le sue produzioni, il mercato ortofrutticolo, le sue terre è da molti anni uno dei luoghi del Sud Italia più interessati dall’odiosa questione del caporalato e degli interessi mafiosi nel comparto agricolo.
Nello specifico, il giornalista Borrometi (corrispondente dell’Agi e direttore della testata online La Spia) è uno che la mafia la conosce da vicino. Costretto a vivere sotto scorta dal 2014, in seguito ad alcuni suoi articoli sulla criminalità organizzata in Sicilia, negli ultimi anni ha avuto a che fare con minacce di ogni genere: un incendio appiccato di fronte il portone di casa, a Modica; poi delle scritte intimidatorie sulla macchina; infine un’aggressione nei pressi della sua casa di campagna messa in atto da uomini incappucciati, con tanto di calci e fratture alla spalla. Insomma, la preoccupazione è stata tanta, visto che oggetto delle minacce è stata una delle poche ma determinate voci della legalità.
Il sindaco Giovanni Moscato, invece, è uno di quelli che rispecchia il volto di quella fetta di società che crede nella giustizia: il primo cittadino di Vittoria, infatti, ha preso posizione sul problema della presenza mafiosa nell’economia della zona. “Vittoria e tutto il suo territorio – ha affermato – sono impegnati in una lotta per la legalità nel settore agricolo e le minacce non fermeranno di certo questa azione volta a eliminare coni d’ombra”. Inoltre, il sindaco ha voluto precisare che nessuno deve pensare “di poter fermare le forze sane della città con atteggiamenti del genere: ogni minaccia verrà rispedita al mittente e proseguiremo nel cammino avviato a tutela dei cittadini onesti”.
A sostegno di Moscato e Borrometi, nei giorni scorsi, era stata realizzata una marcia per la legalità alla quale hanno partecipato studenti, gente comune e tanti altri, a dimostrazione che i cittadini onesti ci sono e hanno il diritto di vivere una vita serena e lontana dalla prepotenza della criminalità.
Per fortuna, però, questa volta la vicenda si è risolta in fretta. Proprio pochi giorni fa, infatti, le forze dell’ordine sono riuscite a incastrare la persona che si nascondeva dietro il profilo falso utilizzato per inviare i messaggi intimidatori. Si tratta di un pregiudicato di 32 anni, già una volta arrestato per estorsione e con l’obbligo di dimora nel comune di Vittoria, che avrebbe confessato le proprie colpe, ponendo così fine a una vicenda triste, ma nella quale (almeno questa volta) sembra esserci un finale positivo. La guardia, però, resta alta, in attesa di conoscere pienamente le motivazioni di questo atto e se si tratta di un atto individuale o se è stato commissionato da qualcuno.
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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