Questa settimana vorrei invitarvi a visitare una mostra in corso al Museo d’Arte Orientale di Torino che si chiuderà a breve, il 2 ottobre. È una mostra del fotografo Paolo Donalisio dal nome “Kumbh Mela”. Paolo è un fotografo torinese freelance, affascinato dall’India. Dal 2001 collabora con l’Ente del Turismo Indiano a Milano e, nel 2015, ha avuto la fortuna di essere invitato a partecipare al Kumbh Mela, un raduno religioso hindu in cui affluiscono milioni di fedeli.
Avete mai sentito parlare di quest’enorme manifestazione indiana? Si narra che, durante una mitica battaglia, Vishnu volò via con l’urna di amrita perdendo alcune gocce che caddero in quattro luoghi precisi della terra: Allahabad (Prayag), Haridwar, Ujjain e Nashik (teatro, a rotazione, dell’attuale rituale).
Quest’antica tradizione religiosa, che si celebra ogni tre anni, nel 2007 ha raccolto più di 16 milioni di pellegrini. Si tratta di una sorta di festival durante il quale si svolgono numerose attività. Ci sono assemblee religiose e canti devozionali, inoltre i partecipanti fanno l’elemosina, donando cibo ai bisognosi, e attendono di svolgere il rituale più importante: l’abluzione nel fiume sacro.
Quando Mark Twain visitò il Kumbh Mela, nel 1895, scrisse nel suo “Following the Equator: A journey around the world”, mostrandosi affascinato da questa fede capace di mettere insieme moltitudini di persone diverse tra loro e animate da stati d’animo differenti: “It is wonderful, the power of a faith like that, that can make multitudes upon multitudes of the old and weak and the young and frail enter without hesitation or complaint upon such incredible journeys and endure the resultant miseries without repining. It is done in love, or it is done in fear; I do not know which it is. No matter what the impulse is, the act born of it is beyond imagination, marvelous to our kind of people, the cold whites”.
Potrete dunque vedere questa festa rituale attraverso gli occhi di Paolo Donalisio, un fotografo innamorato dell’India che in 30 scatti ci mostra un mondo a noi lontanissimo e incredibilmente affascinante.
Angelo De Grande -ilmegafono.org
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