A tre mesi dalle elezioni di giugno scorso che hanno consegnato Roma al Movimento 5 Stelle, l’amministrazione capitolina si trova già nel caos, priva di figure importanti come l’assessore al Bilancio e il capo di gabinetto. Entrambi infatti hanno annunciato le loro dimissioni a inizio settembre: prima Carla Raineri, capo di gabinetto, e poi Marcello Minenna, assessore al Bilancio, Partecipate e Patrimonio. La Raineri, a quanto pare, ha dovuto rinunciare all’incarico per via di un parere negativo dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) sulla sua nomina. Minenna l’ha seguita poco dopo, motivando il suo gesto con la “scarsa trasparenza” nella procedura di revoca della Raineri. Il sindaco Virginia Raggi aveva annunciato che l’avrebbe destituita poco prima che la Raineri si dimettesse.
Ma i problemi non riguardano solo lo staff della Raggi. Mancano infatti, dai primi di settembre, l’amministratore unico dell’azienda dei rifiuti Ama, dopo le dimissioni di Alessandro Solidoro, che si era insediato a inizio agosto, nonché i vertici di un’altra importante municipalizzata, l’Atac (l’azienda per il trasporto pubblico), ossia il direttore generale e l’amministratore unico. Entro il 20 settembre la Raggi dovrebbe nominare l’assessore al Bilancio, il capo di gabinetto e anche quello all’Ambiente (al posto della dimissionaria Paola Muraro), mentre la città, mai come in questo momento, avrebbe bisogno di un’azienda efficiente per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.
Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013, infatti, l’amministrazione capitolina si è trovata nella condizione di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti al giorno in assenza, secondo molti, di un piano integrato per la gestione dell’emergenza. E quest’estate l’emergenza è arrivata, per lo meno così è sembrato a gran parte delle persone che risiedono in questa città.
Sui problemi relativi al ciclo dei rifiuti è molto interessante l’inchiesta fatta pubblicata il 26 agosto di quest’anno su “Internazionale” da Christian Raimo. Il giornalista ci parla di “un’emergenza che forse è solo una questione annosa ma non irrisolvibile, di una politica che spesso fa proclami invece di accompagnare processi complessi, di un argomento per nulla semplice da capire come la gestione dei rifiuti su cui però è bene farsi una propria idea accurata perché ci coinvolge tutti, di una grande buca esistente fino a tre anni fa e che permetteva di fingere che tutti questi problemi non ci fossero”, ovvero la discarica di Malagrotta.
Raimo spiega, nella sua analisi, come per gestire il ciclo dei rifiuti in un modo virtuoso sia necessario dotarsi di personale con competenze specifiche e soprattutto di una pianificazione chiara che per ora sembra mancare nell’amministrazione capitolina. Il personale è un’altra nota dolente per il Comune di Roma. Da due anni ci sono quasi 2 mila persone che attendono di essere assunte nelle posizioni più svariate, dopo aver superato il famigerato “concorsone”, indetto nel 2010 dall’amministrazione guidata da Gianni Alemanno e conclusosi nel 2014.
Il 9 agosto scorso il Movimento 5 Stelle, in Assemblea capitolina, si è astenuto sulla mozione presentata dal Partito Democratico che chiedeva di impegnare il Sindaco e la Giunta all’assunzione dei vincitori e idonei delle 22 procedure concorsuali su Roma in attesa da 4 anni, utilizzando come fondi il risparmio che, grazie al governo e al decreto Madia, il Comune di Roma non aveva sborsato per l’assunzione delle precarie del comparto scuola.
Il sindaco Raggi, prima delle elezioni, si era impegnata invece a sbloccare le procedure: “#idonei #concorsone: basta promesse inutili, serve impegno preciso”, scriveva la Raggi a gennaio sul suo account Twitter. “Immaginiamo quanta energia e voglia di fare portereste negli uffici! Nel rispetto di leggi e fabbisogno reale, siamo con voi”, aggiungeva. Il 9 agosto le cose sono andate diversamente. Anche su questo fronte, resta da vedere cosa succederà nei prossimi mesi.
G. L. –ilmegafono.org
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