Secondo il sito metallirari.com, il Perù, dopo Cina, Australia, Russia, Stati Uniti e Canada, risulta essere il sesto produttore mondiale di oro con ben 150 mila tonnellate estratte nel 2014. Le miniere del paese sudamericano sono una sorta di attività base nel paese, la cui economia si fonda ancora principalmente su attività coinvolgenti materia prima. Difatti esso è tra i maggiori paesi esportatori di rame e argento, oltre che del metallo giallo. Estremamente sorprendenti sono i dati di importazione. Il paese che fu degli Inca attualmente importa maggiormente genere alimentari, macchinari industriali e di trasporto. Inoltre, i suoi maggiori partner commerciali sono USA, Cina, Giappone, Svizzera e Germania. Questo per sottolineare come il paese manca di investimenti fondamentali e basa il tutto sullo sfruttamento delle risorse, o meglio, sulla svendita dei propri siti naturali a multinazionali del metallo.

Andiamo allora ad analizzare quel che è il business dell’oro, oltre a cercare di capire in che modo lavorano le miniere informali, termine morbido utilizzato in Perù per indicare le miniere abusive.

Una miniera informale basa la sua fortuna sul non essere regolare. Niente contratti ai lavoratori, nessun orario, zero controllo ambientale e soprattutto limite d’età per i lavoratori “assunti”. Proprio qui si consuma il fenomeno dei Niños trabajadores”, il lavoro minorile, dove fanciulli dai 6 anni in su trovano un modo per acquistarsi uno smartphone oltre a supportare l’economia dei genitori che spesso sono i primi a coinvolgere i figli nel loro lavoro minerario. In queste lagune dell’illegalità mondiale si incontrano narcotraffico e multinazionali occidentali, banchettando con spumeggiante succulenza insieme a una classe politica corrotta sino al midollo.

Spesso la proprietà delle miniere informali è di famiglie coinvolte nel narcotraffico. La loro forza consiste nell’aver corrotto la classe dirigente locale, riuscendo così a contrattare con gli occidentali se non addirittura estrarre loro direttamente riciclando il denaro dell’oro bianco. Se contrattano con gli occidentali, gli danno il permesso di estrarre oro o altri metalli come rame ed argento dietro pedaggio. Questo permette ai boss della cocaina di avere agganci per esportare droga e investire i capitali in piazze come New York o Londra. Una consolidata relazione d’amore tra la morte e il denaro.

Anche se negli ultimi anni, il governo di Ollanta Humala ha cercato di forzare la legalizzazione delle miniere, i casi di siti abusivi sono ancora molteplici, soprattutto quando gli interessati sono cinesi, in quanto una legge dello Stato vieta loro di avere attività minerarie nel paese, ma l’elusione avviene tramite prestanome peruviani i quali lavorano in nome e per conto di Pechino, che, a quanto pare, è tra gli sfruttatori più spietati insieme ai canadesi.

In aprile ci saranno le elezioni presidenziali. Le strade da Lima a Trujillo sino a Huamachuco sono bordeggiate da mura con slogan elettorali. I movimenti onesti, i fronti popolari, spesso di ispirazione socialista toccano a malapena il 5%. I giornali, insieme ai bookmaker, danno per favorita di gran lunga Keiko Fujimori, figlia di uno dei più sanguinari presidenti della storia recente: il golpista Alberto Fujimori, attualmente in carcere su mandato di cattura dell’Interpol per omicidio, sequestro di persona e violazione dei diritti umani. Proprio sua figlia sta vincendo la campagna elettorale e il suo programma regalerà maggiore libertà alle grandi imprese ed eliminerà, probabilmente, i diritti acquisiti negli ultimi anni. Intanto la gente nelle strade preferisce commentare la cattura di El Chapo e l’intrigo con Sean Penn. Il popolo peruviano, inutile nascondersi dietro buonismi terzomondisti, è in termini di senso di stato e democrazia ancora molto indietro.

La situazione non è semplice, eppure numerose realtà continuano a lottare, seppur minacciate, seppur emarginate, come il Proyecto Amigo della Casa Marcelino Pan y Vino, che difende i contadini promuovendo e insegnando la Ley de la Tierras, la legge che permette ai contadini di evitare l’esproprio dei propri terreni. Difende i minori dando educazione gratuita ai meno abbienti e pressa, tramite campagne di advocacy, il governo locale per la legalizzazione delle miniere. Un progetto in cui, ogni mattina, prima delle lezioni, educatori peruviani insieme a un pugno di volontari europei cantano l’inno dei bambini lavoratori del Perù, proprio insieme a quei bambini lavoratori, insegnando il valore della libertà, della giustizia, dell’onestà e del rispetto verso le donne. Credendo fermamente che solo un cambio educativo e generazionale potrà realmente cambiare il futuro del paese, sicuramente più dell’ennesimo candidato che paga bus ricolmi di finti manifestanti della provincia per avere maggiore visibilità.

Esistono organizzazioni come il NATS, il “Movimiento Latinoamericano y del Caribe de Niñas, Niños y Adolescentes Trabajadores”, che lotta per i diritti dei minori in tutto il mondo Latino. O come il movimento “Para que non si ripeta”, immerso nella causa della memoria delle molteplici vittime, i famosi “desaparecidos”, uccisi dalle milizie di Fujimori durante gli anni del terrorismo del Sendiero Luminoso. Dove ancora troppa gente aspetta da vent’anni e più di avere giustizia per un figlio ucciso, per una moglie violentata, per un fratello bárbaramente fucilato per aver creduto in un’idea di giustizia sociale.

Per fortuna c’è speranza, anche grazie all’UE, che promuove progetti in Sud America inviando volontari. C’è speranza e deve esserci per tutti quei campesinos che si vedono espropriare i propri terreni perché minacciati dai fucili dei narcos, perché nuove miniere devono sorgere e contaminare l’acqua potabile, diffondere cianuro nell’aria. In Sud America lo chiamano “Oro Sucio”, oro sporco, quell’oro che finisce nelle vetrine di Montenapoleone o di Harold’s, proprio quello che si regala per conquistare o, più spesso, semplicemente comprare un amore dalle nostre parti, nel nostro occidente delle libertà apparenti ed ovattate.

Per voi lettori del nostro Megafono, la storia dell’oro peruviano, dei diritti non concessi e in generale di un paese che non ha avuto la fortuna di avere uomini come Allende ma solo uomini simili a Pinochet, non termina qui. Anzi, questo è solo l’inizio.

Con nuestro canto con nuestra lucha
Los niños triunfaran
Caminaremos a la unidad
Y nadie nos detendrá.
Con los obreros y campesinos pobladores también.
Hoy te decimos únete hermano
Por tu liberación

Y el niños  trabajador

Con su esfurzo triunfarà y su luchara será

Un dulce canto de libertad

Todos unidos como hermanos
Sembraremos la paz,
Con la amistad y el amor
Todo se logrará

Tu niño Cristo, hermano mío
Niño trabajador
Con la palabra de la verdad
Al mundo cambiarás

(Inno del Nats, Movimiento Latinoamericano y del Caribe de Niñas, Niños y Adolescentes Trabajadores).

Italo Angelo Petrone -ilmegafono.org