Secondo lo studio Countering WEEE Illegal Trade, la maggior parte degli apparecchi elettrici ed elettronici usati, come televisioni, cellulari, computer ed elettrodomestici, viene riciclata in modo non corretto. Si tratta di circa 6,2 milioni di tonnellate prodotte, nel 2012, nei 28 paesi dell’Ue (più Norvegia e Svizzera) che, anziché finire negli appositi centri di riciclo, diventano immondizia inutilizzabile.
Da tale studio, portato avanti per due anni, coordinato dall’Interpol e finanziato dall’Unione europea, è emerso che solo il 35 per cento di Raee termina nei centri ufficiali di raccolta e riciclo. Infatti, l’Italia si posiziona agli ultimi posti con poco più del 20 per cento. In Europa si parla di 4,7 milioni di tonnellate di apparecchi non smaltiti correttamente, praticamente una quantità dieci volte superiore rispetto a quella che viene spedita all’estero senza regolari documenti di esportazione.
Inoltre, il rapporto mette in luce il furto di componenti preziose (metalli e schede elettroniche) dai Raee che, oltre a costituire un grave danno economico, comporta anche pericoli per la salute poiché, essendo presenti nei Raee alcune sostanze tossiche, quali il mercurio e il piombo, la loro mal gestione può essere la causa del rischio di cancro, danni epatici e renali e problemi dello sviluppo mentale.
Gli studiosi pensano che. in alcuni Paesi, dietro la gestione dei Raee ci possa essere il crimine organizzato, ma per adesso rimangono solo delle supposizioni. “Visto che può generare profitti e che oggi viene difficilmente scoperta, questa forma di commercio illegale rischia di essere molto sfruttata”, ha detto David Higgins, capo dell’Environmental Security Sub-Directorate di Interpol e coordinatore del progetto. Inoltre, lo stesso ha aggiunto: “I governi nazionali dovrebbero prevenire questo rischio adottando un mix bilanciato di sanzioni amministrative e penali”.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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