Abbandonate le idee e i canoni classici ed affidatevi semplicemente alle sonorità dei Sunset, che si presentano con il loro secondo album, “Orizzonti”, edito da Raw Lines. In questo nuovo lavoro spicca la collaborazione con il quintetto folk tradizionale scozzese The Blazin’ Filddles, molto popolare e apprezzato in patria. Rispetto al precedente disco (“Viaggio Libero”), la formazione è cambiata e questa nuova avventura nasce dall’incontro tra Simon “Byron” Locatelli, cantante, autore e compositore con Demetrio “Axe” Caracciolo, chitarrista nonché fonico e produttore, che è entrato nella formazione al posto di Alberto “Rot” Rudoni. Completano la line-up, Alex “Guinnesale” Rosalio (basso) e Giovanni “JT” Tani (batteria), subentrato all’uscente Edoardo “Cacao” Nicodemo
I Sunset, dunque, si ripresentano a noi in una nuova veste, con dodici canzoni che non possono che confermare i nostri sospetti: il rock è una brutta bestia e una volta che scorre nelle vene non puoi che sputarlo su ogni traccia. Ma i Sunset hanno la capacità di farlo con brani intelligenti e pieni, con musiche mai uguali e lasciando la prima parola, talvolta a violini indiavolati (Uno spazio per pensare), altre volte ad acuti quasi heavy (Nuovo orizzonte), a chitarre (come in Le tue verità II e Al di là delle nuvole), al basso (Tornerò da te) o all’armonica a bocca (Le tue verità I).
Hanno davvero tante cose da dire i Sunset e lo fanno con tutti gli strumenti a loro disposizione, che sono molti e maledettamente carichi e pronti a farvi ballare!
Poco importa dove siate diretti, se “verso Timbuctù”, “al di là delle nuvole”, oppure “oltre confine”, quello che conta è avere mete ambiziose: questa colonna sonora, allora, vi indicherà la strada migliore o quantomeno vi terrà compagnia. Il viaggio sarà in mezzo alla natura selvaggia e dura, accompagnati da una donna paziente e dalle sue verità, braccati come lupi o con la protezione di un amico che si è spento troppo in fretta (Chi mi ferma più), ma mai in ginocchio, come i Sunset ci promettono in Rebelde.
Un album intenso e vario, che mira a fondere diverse tradizioni: l’hard rock più classico con il rock italiano, passando per influenze internazionali. Vi trova spazio anche un omaggio a Ivan Graziani, di cui riprendono la canzone Il lupo e il Bracconiere. Unico neo, a voler essere critici, è la troppa somiglianza, in qualche canzone, con alcune melodie dei vecchi Litfiba e soprattutto con la vocalità tipica del Diablo Pelù, ma è comunque un buon riferimento musicale. Al di là di questo, rimangono dodici tracce da gustarsi, sia per il sound vivace ed eterogeneo che per la sensibilità che traspare dalla profondità dei testi, un connubio perfettamente riuscito, punto di forza di questo ottimo gruppo.
FrankaZappa –ilmegafono.org
Commenti recenti