Grasso e Boldrini, due figure che nei rispettivi ruoli paiono un miracolo agli occhi di uno nato nel 1990. Una bella sensazione di speranza ci ha pervaso durante l’elezione e i loro discorsi di insediamento. Eppure non riesco a non pensare che questa mossa plateale, azzeccatissima ma anche sacrosanta, sia dovuta al fatto che il Pd sia stato oggettivamente messo alle corde dalla situazione politica e dai numeri. Ragioniamo per assurdo. Se il Pd avesse portato a casa una solida maggioranza in ambo le camere avrebbe confermato la scelta o si sarebbe tenuto in tasca due assi nella manica come gli attuali presidenti?
Che logica è mai questa? Possibile che senza qualche arguto renziano e la pressione (da benedire visti gli effetti) del M5S avremmo avuto due persone assolutamente degne ma meno forti e “di impatto”? Questa teoria di fare appena il sufficiente è a detta di molti anche la ragione della debacle elettorale. Cosa sta succedendo? Posto che avere un governo è priorità assoluta, è necessario ragionare all’interno del partito per cogliere l’opportunità e non “bruciarsi” alle prossime elezioni (ci vorrebbe un miracolo per scongiurarle a giugno).
È una situazione difficile ma anche un’occasione imperdibile per porsi di fronte all’Italia (tutta, non solo ai propri elettori) come alternativa vera e affidabile. Prima di tutto occorre fare della vera comunicazione. Si impari dagli USA e da Obama. È impossibile (su questo hanno ragione Grillo e Casaleggio) non puntare anche sul web. Non che debba essere totalizzante, ma il voto dei giovani si cattura anche lì. Il momento è difficile e la serietà insieme alla capacità di infondere le speranze diventa un binomio vincente.
Basta imparare dall’esperienza dello “Yes, we can” (tragicamente tradotto da Veltroni in salsa ridicola e maccheronica – come osservava giustamente un amico). Occorre poi dare una dimostrazione effettiva di serietà e voglia di cambiamento. Sono anni che vengono rinfacciati i “soliti nomi”, è proprio necessario continuare a suffragare le accuse? Il bacino cui attingere è vasto e sicuramente pieno di persone valide e specchiabili. Si facciano emergere per togliersi dal pantano mediatico nel quale il partito si è infilato.
Quanto scritto sopra può sembrare veniale rispetto ai “veri” problemi da affrontare, ma da qualche parte si inizi, soprattutto se l’attività legislativa è ferma. Inoltre, l’atteggiamento portato avanti sino ad oggi è quello della chiusura assoluta nella torre d’avorio della sobrietà e della risoluzione dei problemi concreti (giustissimi obiettivi), scordandosi però di fatto cosa succede fuori dal vetro e per strada. Per restituire speranza bisogna anche scendere dalla torre, risolvere in due sedute le oscenità lampanti e guadagnarsi il consenso. Per invitarmi a passare nel tunnel dovete farmi vedere la luce del sole in fondo ad esso.
Penna Bianca –ilmegafono.org
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