Dopo un’attesa lunga cinque anni, i Buckwise tornano a far parlare di loro grazie al secondo album in studio, intitolato “Neon” e uscito lo scorso 29 novembre 2024 per l’etichetta indipendente Dischi Uappissimi e la Bonimba srls, con distribuzione digitale curata da Artist First. “Neon” non è solo un titolo, ma racchiude al suo interno il concept della produzione, ovvero un invito a esplorare l’essenza dell’esperienza umana, prendendo come dimensione d’analisi di riferimento quella dello scorrere del tempo.
La luce al neon non è mai calda e accogliente, è invece sempre fredda e dipinge un contesto all’interno del quale tutto può apparire piatto e canonico. Ed è proprio questa l’atmosfera che i Buckwise evocano nel loro nuovo lavoro, un viaggio sonoro dove, come detto, è il tempo il vero protagonista. Il tempo che scorre, che cambia forma, che non concede tregua, e a cui non possiamo che rispondere con il cambiamento. Ed è proprio un neon, in tal senso, lo strumento che potrebbe aiutarci a fare con maggiore dettaglio e pragmatismo un’analisi di questo tipo.
Per chi lo ascolta, l’album si trasforma allora in un’esperienza sensoriale e introspettiva, nella quale il protagonista principale è un dream-pop odierno e davvero ben strutturato. Le tracce scorrono come stazioni di una linea metropolitana immaginaria, ognuna delle quali con una precisa identità e uno specifico messaggio sonoro. Il dream-pop dei Buckwise (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) non è una fuga dalla realtà, come spesso avviene quando si incontra questo genere musicale che tende verso l’onirico, ma è invece un punto di vista tramite il quale osservarla con una profondità ed empatia maggiori.
“Neon” è una luce dinamica ma fredda che ci mette di fronte ai nostri quesiti, ai nostri limiti, alle nostre esperienze, per accompagnarci nella loro analisi e per permetterci di affrontare ogni cosa partendo da un’angolazione diversa. È un album che ci ha convinto e che merita di essere ascoltato.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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