Viviamo nell’epoca del disordine, del caos che domina il nostro tempo e la cui origine si identifica con date simbolo, con momenti che hanno segnato fondamentali passaggi storici. L’essere umano si trova in mezzo a tutto ciò, con la sua coscienza e con un atavico bisogno di trovare risposte, ottenere una spiegazione, molto spesso religiosa, a ciò che la ragione non riesce a cogliere. Un tema, questo, che trova la sua centralità nel nuovo singolo di una ottima band romana che, attraverso il rock e le sue sfumature, invita a demolire questa necessità di affidarsi alla religione per dare un senso all’ignoto. Loro sono i Nuovo Disordine Mondiale e il loro nuovo singolo, pubblicato il 26 aprile con Vrec Music Label, si intitola Genesi.

Il brano, che anticipa un album di prossima uscita, subordina la genesi, l’inizio della fede, ossia dell’umana propensione a credere, a quel bisogno umano di trovare delle spiegazioni utili ad arginare le proprie paure e incertezze. Genesi, dunque, è un invito a liberarsi dalle convenzioni, dai simboli che ci ancorano alle nostre prigioni. Un invito a non conferire a ciò che è ignoto nulla di sacro o miracoloso, ad accettare i limiti umani e l’impossibilità di trovare un perché per ogni cosa. Il testo di questa canzone è ben costruito, il suo messaggio è chiaro e crudo, definisce le risposte che cerchiamo come una “nostra patologia”, che poi ci porta a sperare in una ricompensa postuma, una meritocrazia universale, a guardare sempre fuori in cerca di “padri, madri e salvatori”.

A dare ancora più forza alle strofe e alle rime è un rock potente, solido, che non lascia spazio a distrazioni e assume sfumature psichedeliche. Un sound deciso, senza orpelli, profondamente essenziale. Quello dei Nuovo Disordine Mondiale (che abbiamo ospitato nell’ultima puntate di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è un singolo molto intelligente, perché stimola una riflessione. Dissacrante nel senso migliore del termine, esattamente come il rock sa e deve essere. Una curiosità, infine: la scelta di far uscire il brano il 26 aprile non è casuale, ma fa riferimento a quel giorno del 1986 in cui esplose il reattore nucleare di Chernobyl. Uno di quei momenti che, secondo i nostri musicisti, ha dato vita a un vero e proprio disordine mondiale.

Redazione Musica -ilmegafono.org

La copertina del singolo “Genesi”