Si intitola “Cartoline” ed è la produzione discografica con la quale Mengo T sancisce il suo ritorno. Uscito lo scorso 20 dicembre, il disco è un EP composto da quattro brani, pubblicato e distribuito dall’etichetta Trulletto Records. Lungo la tracklist del suo nuovo lavoro discografico, Mengo T presenta quello che di più profondo ha da esprimere. Le “cartoline” sono pescate dai meandri dell’anima, dalle zone più viscerali e oscure, dove risiedono le emozioni e le amarezze allo stato puro. È una zona nella quale è complicato e pericoloso addentrarsi, perché ci si trova di fronte alla vera essenza delle cose e venirne a capo non è un’operazione sempre facile.
Quello che troviamo lungo l’EP è infatti un rap tenebroso, in cui la voce non ha il solito volume che sta al di sopra degli strumenti, ma si posiziona invece al loro stesso livello, serpeggiando tra i riff e le melodie, come se fosse una verità proveniente dal profondo dell’animo umano, bloccata o celata a livello inconscio da quello che Freud assocerebbe ad processo psicologico di negazione o rimozione. Sono conclusioni che dentro di noi conosciamo, ma che evitiamo di far venire a galla come forma di autodifesa.
Dentro “Cartoline”, l’impronta rap di Mengo T (che abbiamo ospitato durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) sembra avere sempre questo mood di fondo, quello cioè di voler andare a scavare nel profondo, alla ricerca dell’emozione o della causa originale. Per farlo si avvale inoltre di suoni sintetizzati, principalmente orientati all’underground, intorno ai quali ruota anche qualcosa di provenienza più psichedelica. Un tipo di musica che inevitabilmente cattura, un disco che merita un ascolto attento e non superficiale.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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